Kate Winslet ha affermato: “Recitare è essere reali, onesti. Il pubblico non ti ama o non si identifica in te solo perché hai un bel viso o un bel corpo. Ti ama per l’onestà della tua anima”.
Quella frase è impressa nella mia memoria, e chissà forse anche negli sguardi, nei gesti, nei pensieri e nei valori di Cristina Cappelli, la protagonista di Generazione 56K, la nuova serie Netflix, che ha già conquistato gli spettatori. Quando la conosco, avverto subito in lei il desiderio di raccontare e condividere la verità, quella che ha il sapore delle cose reali e semplici. L’artista, nel suo presente, accoglie ogni emozione, diventa pronta ad ascoltare ogni storia. Ed in effetti, quando la guardo recitare nella serie di Francesco Ebbasta, avverto subito la sensazione di una persona che afferra le emozioni, le cattura e le dona agli altri, senza porre filtri e barriere. La sua Matilda rappresenta un viaggio di scoperta e conoscenza, di amore e libertà. Cristina sceglie di donare al suo personaggio tutta la sua verità e trasparenza e così Matilda assomiglia a tutte noi: giovani, fragili, coraggiose donne di oggi.
Benvenuta, Cristina. Mi piacerebbe che i nostri lettori avessero l’occasione di conoscerti attraverso i film che guardi e l’arte che ami. Quali sono le artiste che ti ispirano quotidianamente e ti danno l’energia necessaria per andare avanti nel tuo lavoro?
Sono innamorata di Meryl Streep. Follemente. La reputo un’artista immensa. Ho amato Bette Davis ed uno dei miei film preferiti è proprio Eva contro Eva. In quel film, la Davis realizza un’interpretazione straordinaria. Inoltre, ammiro tanto Kate Winslet, un’attrice incredibile che pensa tanto a trasmettere verità agli spettatori. Per me, come attrice, è molto importante che si trasmetta l’essere veri emotivamente.
C’è un film di Kate Winslet che porti nel tuo cuore?
Revolutionary Road. In quella pellicola, trovo Kate Winslet spaziale. C’è una scena, in particolare, che mi fa sempre un certo effetto. Frank (Leonardo DiCaprio) scopre dell’aborto di April. Ogni volta che la guardo, ho il cuore spezzato. Vedere April che gli urla dietro è un colpo. Quell’interpretazione è qualcosa di unico.
Tra le tue coetanee, quali sono le attrici che ammiri, invece?
Mi piace tanto Jennifer Lawrence. Ma ammiro anche Alicia Vikander. L’ho trovata sorprendente ed eccezionale in The Danish Girl.
Tra gli attori che stimi, quali nomi sceglieresti?
Michael Fassbender, per esempio, che ho apprezzato in Hunger. L’ho scoperto proprio guardando quel film. Per me, è pazzesco.
Se pensi al tuo futuro artistico, quali ruoli e quali storie vorresti attraversare?
Penso che la forza di una storia parta dalla scrittura. Nel momento in cui una storia è scritta bene, tutti i personaggi diventano interessanti da poter interpretare. L’essere umano è talmente vario che ogni persona possiede una propria caratteristica che la rende speciale. Mi piacerebbe interpretare personaggi molto diversi da me. Amo i personaggi borderline, amo le persone che nascondono delle fragilità immense. Quando leggo che un ruolo è scritto bene, vedo profondità anche nei personaggi più semplici. Mi interessa raccontare la profondità umana. L’essere umano è pieno di sfaccettature.
Mentre parliamo, mi viene in mente Jennifer Lawrence ne Il lato positivo….
Sì, è stata pazzesca in quel film! Mi viene in mente anche la sua interpretazione in Joy. C’è un suo sguardo che è nella mia mente, ancora oggi. In una scena del film, cammina ed ha tra le mani una tazza. In quel momento preciso, ha uno sguardo così meravigliosamente tagliente, perché è arrabbiata con tutti.
C’è un film che hai visto e a cui pensi, ogni tanto?
Requiem for a Dream, uno dei film più strazianti che abbia mai visto. Quando ho concluso la visione, mi sono messa a letto e mi sono detta: “Oh mio Dio, ho bisogno di respirare”. Jennifer Connelly nel ruolo di Marion è superlativa perché interpreta una donna al limite, con uno sguardo spezzato e rotto. Stavo male mentre la osservavo. Trovo che Requiem for a Dream sia una pellicola pazzesca perché ha il potere di inghiottirti.