L’amica geniale 3, Intervista a Rosaria Langellotto

L'amica geniale 3, Intervista a Rosaria Langellotto
Foto di Eduardo Castaldo

Raccontare Gigliola Spagnuolo e aprire quelle porte inaccessibili di un essere umano per permettere agli spettatori di osservare l’anima di una donna sorprendente. Ne L’amica geniale 3 – Storia di chi fugge e di chi resta di Daniele Luchetti, Rosaria Langellotto mostra i tormenti, le sofferenze e le lotte di un personaggio complesso e necessario in cui ognuno di noi può rispecchiarsi. La giovane attrice descrive il processo che l’ha portata a plasmare uno dei personaggi femminili più magnetici della saga di Elena Ferrante.

Intervista a Rosaria Langellotto

L'amica geniale 3, Intervista a Rosaria Langellotto
Fremantle, The Apartment

Benvenuta, Rosaria. Nelle ultime settimane, sui social, gli spettatori de L’amica geniale stanno commentano positivamente il tuo personaggio. Che effetto ti fa?

Non mi aspettavo tutto questo riscontro. Per me, era molto importante la scena tra Gigliola ed Elena nell’episodio ‘La cura’. Ero consapevole del risvolto che avrebbe avuto Gigliola in questa terza stagione ed ero entusiasta di poter mostrare una Gigliola diversa, fondamentalmente, rispetto alle prime due stagioni. Subito dopo la puntata, ho letto tanti commenti positivi. Le persone hanno iniziato a capirla, ad amarla. Rivedono in lei una persona alla quale voler bene e di cui prendersi cura. E sono felice perchè, in qualche modo, sono riuscita a trasmettere agli altri quell’amore che io stessa provo per lei da sempre. Non riesco ad esprimere, con le parole, la gratitudine che sento in questo momento, so solo che è pure ed è tanta.

Nell’episodio ‘La cura’, Gigliola pronuncia delle parole molto forti ed Elena le ascolta. La ragazza chiede: ”Pensi che io esista? Guardami, secondo te, esisto?”. Come hai affrontato quei pensieri e quei sentimenti del tuo personaggio, in quella scena?

Prima di tutto, abbiamo studiato e letto i libri di Elena Ferrante già dalla prima stagione. Questa è sempre stata una scena che mi colpiva. Quando poi mi sono ritrovata a leggerla all’interno della sceneggiatura e ad interpretarla, ho cercato di creare tutto quello che c’è dietro quel momento. Ho provato, come persona e poi come attrice, un senso di pietà per quelle parole che pronuncia Gigliola. Mi sono ritrovata a pensare a quanto fosse forte come donna. Gigliola è sempre risultata una persona aspra in certi comportamenti ed ogni gesto che compie è dettato dalla situazione che vive. In questo episodio, Gigliola si mette a nudo per la prima volta. Per me, quel momento ha rappresentato un modo per toccare la sua anima e la sua fragilità.

Fino ad ora, nessuno aveva ancora ascoltato tutto quello che Gigliola aveva da dire…

Durante la convivenza con Michele e i preparativi del loro matrimonio, lei vive sostanzialmente in una gabbia dorata. Vive in una gabbia in cui lei stessa si rinchiude un po’ per amore, un po’ per adeguarsi al contesto in cui vive. Gigliola ama Michele alla follia. Molti mi hanno scritto che avrebbero voluto che Gigliola lasciasse quell’uomo ma c’è qualcosa di così complicato in queste dinamiche. Lasciare un uomo del genere, in un contesto popolare e in un tempo come quello, per una donna significava ritrovarsi in mezzo ad una strada, senza soldi e senza nessuna occasione di poter vivere una vita. L’avrebbero sicuramente ammazzata. Gigliola non ha la stessa occasione che ha avuto Lila di poter lasciare il marito. Michele non glielo concederebbe mai questo lusso.

l'amica geniale 3
Fremantle, The Apartment

Arriviamo all’episodio ‘Diventare’. Gigliola arriva al pranzo di famiglia e dice a Pietro: ‘Qui nessuno mai si è alzato per salutare una donna’. Quella frase esprime in modo chiaro il trattamento che le donne ricevono in questa storia, molto spesso. Gigliola, in molti momenti di questo episodio, è sempre sul punto di esplodere.

Sì, quella frase racconta la condizione innegabile che le donne vivono continuamente in questa storia, sin dalla prima stagione. La donna è una serva, deve sottostare a ciò che dice l’uomo. La donna non può mai esprimere la sua opinione ed è forzata in ogni cosa che fa. In questo episodio, vediamo tutte queste condizioni femminili in Gigliola. Sin dall’inizio, lei afferma di non voler essere lì con tutti loro. E questo senso di malessere e di costrizione si riversa nel suo modo di rivolgersi a chiunque. Anche con Manuela Solara. Tutti gli altri personaggi si relazionano a lei con un grande rispetto, porgendole i loro omaggi semplicemente perchè lei è una Solara. Ma Gigliola le si avvicina soltanto all’inizio e soltanto perchè è sua suocera. Ma poi tutto finisce lì. Anche quando tutti fanno il brindisi, Gigliola non brinda, ma beve soltanto.

Anche nel suo sguardo, ho trovato un senso di impotenza e di vuoto. Come sei riuscita a costruire quell’atteggiamento?

Gigliola vorrebbe essere in qualsiasi altro posto tranne che lì. Adesso, troviamo Gigliola consapevole dell’amore che Michele prova per Lila ed è chiaramente invidiosa. Michele ha tante amanti ma questa donna non è ferita principalmente da questo. Gigliola è ferita perchè pensa che Michele possa provare amore per Lila. E Gigliola ha sempre voluto amore, è sempre andata alla ricerca di approvazione e di bene da parte di Michele e non ha mai ottenuto tutto ciò. Per questa scena, abbiamo fatto delle prove e c’è stato un grande lavoro per arrivare a questo momento. Abbiamo costruito varie fasi per ogni personaggio. Gigliola ha una trasformazione anche fisica. Cammina in maniera diversa, non ha più la sfrontatezza fisica di un tempo. Non ha più le spalle dritte, non cammina più con la sua solita andatura. Ha un baricentro molto più basso, ha una camminata più pesante non solo perchè sono passati molti anni ma perchè ha incassato molte batoste dalla vita. Durante le prove, abbiamo lavorato molto su come i nostri personaggi fossero arrivati a questo momento. Ed io ho lavorato sul perchè Gigliola sia arrivata a cambiare così tanto. Ho analizzato i dolori che può aver sofferto, il momento in cui ha vissuto un parto sicuramente senza la presenza del marito accanto. Si è ritrovata a crescere i suoi figli da sola, fondamentalmente, mentre il marito era in giro a fare chissà che cosa. Gigliola è totalmente sola. Quando nell’episodio ”La cura” dice ad Elena: ”Mi sto sposando da sola”, fa una sorta di previsione sul suo futuro e su ciò che vivrà da quel momento in poi. Sarà così sola per il resto della sua vita.

Come è stato collaborare con Saverio Costanzo e Daniele Luchetti in questi anni per dare forma a Gigliola in modo reale?

C’è stato un grande confronto con entrambi. Per le due prime stagioni, Saverio Costanzo ci ha accompagnato passo dopo passo in ogni scena. C’era un confronto continuo su ciò che avrebbe potuto fare o meno Gigliola. Siamo stati seguiti costantemente da una serie di coach sul set. Nulla era lasciato al caso, eravamo continuamente seguite. Ricordo molto bene una delle prime prove che ho fatto con Daniele Luchetti.

Ne L’amica geniale, gli spettatori osservano non solo la storia di Elena e Lila ma anche quella di tutte le donne che vengono mostrate nel corso delle stagioni. Ognuna di loro ha una vita diversa e, forse, anche una condanna di vita diversa. Riconosci queste donne nella realtà che viviamo quotidianamente?

Assolutamente. Elena Ferrante ha fatto un lavoro impressionante, dando spazio ad ogni personaggio. Ogni ruolo viene costruito con una grande precisione ed ha un mondo tutto suo. Ci sono così tante donne diverse in questa serie e ognuna di loro reagisce a delle situazioni molto simili in maniera totalmente diversa. Immacolata, per esempio, possiede un mondo interiore da raccontare e si prende cura di tutta la sua famiglia. Vive in una situazione difficile. Tutte le donne sono così particolari. Penso a Nadia, ad Ada e Carmela. Ogni donna ha un proprio modo di reagire alla vita, al rione, alle situazioni. Gigliola avrebbe potuto continuare a studiare proprio come Elena ma si è fermata. Gigliola reagisce in maniera diversa perchè era ormai nella ”mentalità del rione” in cui contava sposarsi e fare figli, proseguendo lo stile della vita di sua madre. Sicuramente, è anche condizionata dall’amore verso Michele e questo la lega molto di più a determinati contesti.

Purtroppo, rivedo questi personaggi in tante donne ancora oggi. Abbiamo ottenuto nuovi diritti ma la situazione non è ancora cambiata del tutto. Quante donne ci sono che vengono ancora, purtroppo, picchiate e violate dai proprio mariti. E la gente intorno ad ognuna di loro non parla, non si espone. Ci sono ancora così poche donne che hanno la forza di uscire fuori da certi matrimoni. L’aiuto per le donne manca ancora adesso e non è stata raggiunta una vera parità. Ancora oggi, in molti paesi italiani, le donne devono sposarsi e fare figli e per me, è qualcosa di inconcepibile. Ci sono tanti uomini che si sentono in diritto di possedere le donne, che vedono le loro mogli come una loro proprietà. Per me, è un pensiero assurdo. Così, come è assurdo che decidere di avere un figlio venga visto, tutt’ora, come una sorta di impedimento per la propria vita e per la propria carriera. Leggo tante storie di donne che non vengono assunte perchè sono madri oppure perchè vogliono diventarlo. Non ha senso tutto questo.
Nell’ultimo anno sono aumentati i casi di violenza domestica e di femminicidi, è veramente esasperante leggere queste notizie. Il problema non sono le donne ma gli uomini che andrebbero rieducati. Gli esseri umani devono essere educati al rispetto dell’altro. Le donne non devono pagare il prezzo di essere nate donne.

Parlando del tuo percorso artistico, ho letto che all’età di 5 anni hai iniziato a studiare recitazione. Quando hai capito, concretamente di voler fare questo lavoro?

All’età di 5 anni, sognavo di fare l’attrice. Era una sorta di sogno da bambina. C’è stato un momento in cui ho preso consapevolezza di quello che stavo facendo e ho capito che volevo proseguire in questa direzione, senza avere nessun piano B: avevo 11 anni, ero sul palco, stavo recitando nello spettacolo ‘Sogno di una notte di mezza estate” ed interpretavo Elena. Ad un certo punto, c’ero solo io sul palco e c’era la luce davanti a me. Avevo un monologo e ricordo che, ad un certo punto, io parlavo e c’era tutta la platea in silenzio. Penso che la soddisfazione più grande, quando fai teatro, sia quella di rendersi conto che il pubblico è presente e in ascolto. Nessuno stava pensando ad altro in quel momento. Tutti erano in silenzio e mi ascoltavano. Ecco, in quel momento, mi sono detta: Voglio fare questo, voglio poter arrivare agli altri.

E quali sono state le motivazioni che ti hanno spinta a voler fare l’attrice?

Sono veramente tante. Ho sempre avuto questa lotta interiore con la morte. La morte mi ha sempre posto tante domande. Penso che sia così brutto nascere e poi morire. La nostra impronta, poi, svanisce. E allora penso: è come se non fosse servito a niente nascere.
Mi sono sempre avvicinata ai personaggi letterari, ai personaggi storici. Ho sempre cercato di studiare le persone che, nella storia, hanno lasciato un segno nel mondo. Mi entusiasma questo aspetto. Poi, ho anche vissuto una storia particolare. Quando sono nata, mi davano per morta, dicevano che non avrei nemmeno superato la notte. Forse, anche da questo deriva tutto. Volevo lasciare un segno, ora vorrei essere ricordata dalle persone, in qualche modo. Io quando recito sto bene. Sento che quello è il mio posto. La cosa bella di questo mestiere è il fatto che non vivi una sola vita, ma vivi diecimila volte vite diverse. Hai la possibilità di fare ogni cosa. Posso assaggiare un pizzico della vita di ognuno di noi.

Quali sono le figure artistiche che ti ispirano?

Ho sempre amato Robin Williams. Mia madre era pazza di lui. Ho sempre pensato: devo diventare brava proprio come lui. Crescendo, ho iniziato a leggere la sua storia, ho saputo delle sue difficoltà. Aveva sempre un sorriso incredibile sul volto e invece, viveva tantissime sofferenza. Stava bene quando recitava e ho sempre creduto che l’arte riusciva a salvargli la vita. La sua vita non è finita bene, ma l’arte, in qualche modo, ha reso speciale la sua esistenza. Inoltre, ammiro molto Lina Sastri. Penso che sia una delle attrici più forti. Arrivare al suo livello, significherebbe davvero tanto. E poi, amo molto Angelina Jolie, un’artista e una donna umana.

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