Quando incontri Elisa Di Eusanio e abbracci la sua storia, ti viene subito in mente C’è Tempo di Ivano Fossati. In particolare pensi a questa strofa: ”Dicono che c’è un tempo per seminare e uno che hai voglia ad aspettare”. Questa attrice che avvolge e stupisce, ha imparato la più importante delle arti: quella di saper aspettare il giusto tempo. Quel tempo sudato, amato, costruito è tutto suo, adesso. E le permette di germogliare e rifiorire con libertà come donna ed attrice.
Intervista ad Elisa Di Eusanio
Benvenuta, Elisa. Sei al Cinema con la pellicola Un matrimonio mostruoso. Mi racconti in che modo sei entrata a far parte di questo progetto?
Elisa Di Eusanio: Sono molto contenta di questo film perché il regista Volfango De Biasi è la persona che mi ha iniziata al Cinema, all’inizio della mia carriera. Abbiamo condiviso Come tu mi vuoi, il nostro primo film insieme nel 2007. Da quel momento in poi, con grande gioia, è nata un’amicizia che è durata nel corso degli anni. Volfango mi ha fortemente voluta nel suo ultimo film. Quando hanno scritto la sceneggiatura, hanno pensato proprio a me per questo esuberante personaggio. Sono davvero felice perché ho avuto la possibilità di incontrare una squadra di attori ed esseri umani meravigliosi. Amo ogni membro di questo cast e il mese di set è stata una festa continua. Io e Volfango ci capiamo con uno sguardo e mi ha donato la fiducia e la libertà per costruire questo personaggio. Quando tra il regista e gli interpreti c’è fiducia, sul set si ha una grande serenità. Sapeva perfettamente che avrei fornito a Monia quelle caratteristiche che l’hanno resa particolare.
Vista attraverso i tuoi stessi occhi, chi è Monia?
Elisa Di Eusanio: Sai, è molto interessante questa domanda. Dietro la caratterizzazione di un personaggio, c’è un mondo che ho costruito che va al di là di quello che il pubblico vede nel film. Per me, Monia si porta dentro un intero universo: è una donna tenerissima, vittima di un sistema famigliare atroce. Credo anche che sia una donna che abbia dentro di sé un romanticismo inespresso che non riesce ad esprimere per mancanza di cultura e strumenti. Ma, in realtà, Monia è una vittima degli uomini, del sistema sociale che rende le donne come pupazzi. Mi sono immagina una grande tenerezza dentro questa donna. Nella mia mente, c’è stato tutto questo bagaglio che mi ha permesso di costruire in chiave comica questo personaggio, portandolo all’estremizzazione. Per questo film, tutti noi attori abbiamo riflettuto molto sulle nostre storie e sui nostri personaggi e penso sia bello affrontare la comicità con questa profondità.
Ultimamente, abbiamo la possibilità di guardare sempre più film a casa, in streaming. Quanto è importante andare al Cinema, adesso, nonostante tutta la quantità di progetti che troviamo sulle piattaforme?
Elisa Di Eusanio: Per me, il Cinema è fondamentale. Non sono una di quelle che disprezza le piattaforme, rappresentano un’evoluzione del nostro tempo. Le piattaforme ci offrono delle serie meravigliose. Ma credo anche che vedere determinati film al Cinema sia un’esperienza unica. Per esempio, vedere Un matrimonio mostruoso al Cinema rappresenterà davvero un’esperienza bella, dove il sound, i colori, gli effetti speciali hanno un altro significato sul grande schermo. La magia del Cinema è irripetibile, la condivisione è tutto perché ti permette di partecipare ad un atto collettivo, emozionale ed umano, è un gesto speciale. Abbiamo bisogno di condivisione.
Sei molto attiva in teatro. Mi parli dei prossimi spettacoli che porterai in scena?
Elisa Di Eusanio: Con orgoglio, continuerò a portare in scena, in giro per l’Italia ,1223 – Ultima fermata mattatoio, dedicato agli animali che muoiono ogni giorno nei mattatoi del mondo. Mentre ad Ottobre sarò a Roma con un progetto molto bello di drammaturgia contemporanea insieme a quattro attrici meravigliose. Il progetto è stato scritto da Maria Teresa Berardelli che ci ha seguite durante la fase creativa di improvvisazione, quindi questo è un testo che è nato dalle nostre improvvisazioni e rappresenta un modo di fare teatro necessario. Successivamente, farò un concerto-spettacolo con una band. Finalmente, canterò dal vivo e racconterò gli artisti del rock, morti all’età di 27 anni. Attraverso le loro storie, sto scrivendo un testo che parla di amore, di ferite, fragilità, paure. Sarà un progetto di belle connessioni con il pubblico.
Il mestiere d’attrice ti espone alle fragilità ma anche alle gioie. Quali sono le tue luci e le tue ombre come artista?
Elisa Di Eusanio: Questa è una domanda che non può prescindere la mia storia personale perché ogni persona è diversa, ogni fragilità è diversa. Quattro anni fa, la mia fragilità era quella di sentire il peso di fare tante cose ma era come se nessuno si accorgesse di me. Piantavo dei semi ma non vedevo il raccolto. Ero in crisi e mi dicevo: ”Forse, non sono interessante. Ho fatto tante cose. Ho ricevuto dei riconoscimenti, lavoro da tanti anni ma non sta succedendo niente”. Invece, mi sono resa conto che in quel momento, stavo piantando una semina lenta che sarebbe germogliata dopo. Dovevo saper aspettare. Ho saputo aspettare e finalmente sto raccogliendo i frutti. La mia fragilità di oggi, invece, è quella di sperare non far seccare la mia terra. In passato, ho sofferto talmente tanto e sono stata in attesa veramente per così tanto tempo che adesso, ho sempre la paura di perdere tutto da un momento all’altro. Ho imparato a stare con i piedi per terra. Ogni lavoro che arriva, accende in me quell’ardore e quella speranza di continuare sempre di più. Noi attrici avvertiamo una grande precarietà di mestiere e la avvertiremo per sempre, anche quando viviamo momenti particolarmente floridi. Facciamo un mestiere in continuo mutamento, in continuo movimento e non sempre sarai prevista in questo disegno. Molte attrici come me, con le mie caratteristiche, non particolarmente esili e stereotipate possono rischiare di avere sempre una tipologia di ruolo simile all’altro. Sarebbe meraviglioso vedere e sorprendersi di un’attrice, di una donna che non incarna i canoni che ci hanno sempre abituato a far vedere e che interpreta ruoli da protagonista, ruoli drammatici che possono stupire. La mia luce consiste nel fatto che sento fortemente che le cose, intorno a noi, stanno cambiando.
Ti va di descrivere, in questo momento, la tua libertà attraverso un’immagine?
Elisa Di Eusanio: L’immagine della libertà più vicina che ho è sicuramente quella dei miei cani che corrono liberi senza freni, in una distesa verde. Il mio concetto di libertà che ho, oggi, è strettamente legato alla mia animalità. Sento, finalmente, la mia animalità albergare in me. Mi sento vicina al mondo animale e ho cominciato a coltivare la parte più istintiva di me, quella più pura, quella senza sovrastrutture, senza aspettative. Libera anche da un eccesso di ansia e di fretta che deriva dall’aspetto performante che i tempi di oggi richiedono. Siamo una società anestetizzata che giudica continuamente. Abbiamo sempre un dito puntato contro che ci dice come dobbiamo essere, quanto dobbiamo pesare, quanto dobbiamo guadagnare. Mi sento libera anche nel mio mestiere. Ho imparato a non avere fretta, a stare nel qui ed ora, a godermi i momenti più istintivi.