Intervista a Giovanni Buselli: «Raccontiamo la fragilità degli uomini»

Intervista a Giovanni Buselli: «Raccontiamo la fragilità degli uomini»

Raccontare la fragilità degli uomini, le perfezioni e le imperfezioni degli esseri umani, le cadute e le risalite di infinite vite. Giovanni Buselli ha costruito, nel corso del tempo, una serie di personaggi maschili che rompono i canoni eroici prestabiliti. Questo giovane attore porta con sé il bisogno e la necessità di dipingere gli uomini nella loro essenza, senza nascondere e accantonare nessuna imperfezione. Nel suo futuro, l’artista racconterà l’universo, sempre con dedizione e libertà.

Intervista a Giovanni Buselli

Quando hai capito di voler fare l’attore?

Giovanni Buselli: Ho capito di voler fare l’attore quando già avevo iniziato a farlo. Questa volontà coincide con la consapevolezza di esserlo diventato, di esserlo. Tutto ciò è accaduto dopo aver girato la prima stagione di Gomorra. Quella serie ha rappresentato il mio primo grande progetto lavorativo, mi ha portato ad acquisire la consapevolezza del percorso che avevo iniziato e della strada che volevo continuare a percorrere. Questa è stata la mia epifania. Dopo Gomorra, ho iniziato a vedere tutto in modo diverso. Ho iniziato a crederci.

Poi, è arrivata l’acclamata serie L’amica geniale. In che modo è avvenuto il tuo incontro con i romanzi di Elena Ferrante?

Giovanni Buselli: Avevo sentito parlare de L’amica geniale e di Elena Ferrante, questa scrittrice misteriosa ma non avevo mai letto i suoi libri. Dopo aver fatto il primo provino per la serie, ho iniziato a leggere i romanzi. Poi, attraverso la preparazione dei personaggi, abbiamo scavato proprio all’interno dei libri. Avere un libro da cui partire, facilita molto il lavoro che si va a fare. Tutto è già scritto, tuto è descritto molto bene. I libri di Elena Ferrante sono stati un grande motore per poter lavorare al meglio. Affidarsi alle parole che sono state partorite con molta onesta e intimità è stato fondamentale.

Intervista a Giovanni Buselli: «Raccontiamo la fragilità degli uomini»

Come hai costruito il personaggio di Enzo?

Giovanni Buselli: Abbiamo lavorato con dei coach. Siamo entrati, con la mente e con il corpo, all’interno di un’altra epoca che noi non abbiamo vissuto. Per noi, è stato un percorso a ritroso nel tempo per poi andare avanti con i personaggi e camminare insieme.

Cosa porterai di Enzo in te e nei ruoli che avrai in futuro?

Giovanni Buselli: Quello che ho inserito all’interno di Enzo è me stesso ed è ciò che poi dovrò plasmare per farlo diventare qualcosa altro. Fondamentalmente, c’è sempre la mia percezione che va al servizio del personaggio che interpreto. In Enzo, c’è tanto di me, c’è tutto di me. Cerco sempre di mettere me stesso in ogni cosa che faccio, in ogni personaggio al quale presto il mio volto.

Sei nel cast de La vita bugiarda degli altri. Nel romanzo di Elena Ferrante, si descrive così Roberto, il tuo personaggio: ”Roberto va trattato come una persona qualsiasi, di buone capacità ma protetto”. Chi è Roberto visto attraverso il tuo sguardo?

Giovanni Buselli: Roberto è un gioiello all’interno di questo mondo che è La vita bugiarda degli adulti. Credo che sia facile, per Roberto, essere visto in un certo modo agli occhi di persone che lo guardano dall’esterno, da lontano. Queste persone non hanno avuto le sue stesse opportunità e occasioni nella vita. Non hanno sfruttato bene le proprie origini per elevarsi ed uscire dal rione, dalla periferia, da un mondo che è distante da Napoli e rappresenta un’altra faccia di Napoli. Penso che sia facile essere visti come dei gioielli all’interno di realtà che sono grigie ed oscure che non brillano. Roberto è una persona che ha cercato di uscire dagli schemi per restare fuori dalla scatola.

Intervista a Giovanni Buselli: «Raccontiamo la fragilità degli uomini»

Finalmente, in TV e al Cinema, vengono mostrare figure maschili imperfette, fragili, non sempre eroiche. Quando è importante, secondo te, poter raccontare la fragilità degli uomini?

Giovanni Buselli: Credo che sia fondamentale perché è molto più importante raccontare le fragilità piuttosto che soltanto le vittorie, i lati positivi degli uomini. La fragilità è qualcosa di positivo. Purtroppo, soprattutto i social ci insegnano a mostrare soltanto le cose belle, solo le vittorie. Per empatizzare al meglio con il pubblico, è necessario mostrare le debolezze, il lato umano, il lato fragile di un uomo. Il pubblico ha bisogno di riconoscersi nei personaggi, altrimenti c’è solo divismo. Vedere un personaggio da lontano, è come vederlo senza toccarlo. Invece, è bello quando puoi empatizzare con un personaggio, è bello quando una cosa la puoi toccare.

Cosa rappresenta la libertà per te e in che modo la libertà ti rende un essere umano libero?

Giovanni Buselli: Fondamentalmente, non viviamo in una società libera. La vita è fatta di attimi di libertà che possono essere accostati agli attimi di spensieratezza. La libertà, per me, è quando sono sul set e posso essere quello che non sono nella mia vita. Viviamo in una società fatta di canoni, di regole, di troppi giudizi. La libertà è essere altro da me.

Quali sono gli uomini che vuoi raccontare nel tuo futuro?

Giovanni Buselli: Non ho una lista di personaggi da interpretare. Vorrei interpretare uomini tutti diversi da loro, che siano distanti da me. Sono timido, quindi, vorrei raccontare ciò che è diverso da me.

Intervista a Giovanni Buselli: «Raccontiamo la fragilità degli uomini»

 

Intervista a cura di Anna Chiara Delle Donne
Foto: Raffaello Paparo
Video: Ciro Meglio e Domenico Piccolo

D.O.P: Rosa Lombardo Photo Assistant: Karim Ibba
Abiti: Errani Studio
– Maglione blu intrecciato: Altea
– Maglia girocollo bordeaux: Altea
– Cappotto: Brooksfield
Make up artist: Cinzia Signore
Location: PAM – Parete Art Museum
Creative director: Valentina De Brasi

Per la location si ringrazia l’associazione La Tenda

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