Adesso che posso rimanere a guardare
come si scioglie una nuvola e come si scolora,
come cammina un gatto per il tetto
nel lusso immenso di una esplorazione, adesso
che ogni giorno mi aspetta
la sconfinata lunghezza di una notte
dove non c’è richiamo e non c’è più ragione
di spogliarsi in fretta per riposare dentro
l’accecante dolcezza di un corpo che mi aspetta,
adesso che il mattino non ha mai principio
e silenzioso mi lascia ai miei progetti
a tutte le cadenze della voce, adesso
vorrei improvvisamente la prigione.
da “Il Cielo”, in Patrizia Cavalli, Poesie (1974-1992), Einaudi, Torino, 1992
Ester Pantano è la protagonista della serie Rai1 Màkari di Michele Soavi accanto a Claudio Gioè. Per il secondo anno consecutivo, è nel cast della serie Rai Imma Tataranni – sostituto procuratore per la regia di Francesco Amato dove interpreta l’agente di polizia Jessica Matarazzo. La carriera di Ester è delicata, coraggiosa, ricca di storie e voci da tessere, per raccontare e attraversare ogni donna che incontrerà. Ogni passo che farà, sarà una poesia tutta da scrivere.
Come ci presenteresti la tua Suleima nella serie Makàri?
Ester Pantano: Suleima è una giovane donna, determinata, molto luminosa, con una direzione ed una grande coscienza di quello che vuole e di come ottenerlo. É un’instancabile lavoratrice e sognatrice.
Che atmosfera si respirava sul set di Michele Soavi?
Ester Pantano: É stata la mia prima esperienza di lavoro con il Covid. C’è stata tanta attenzione al rispetto delle regole e, purtroppo, anche tanta distanza imposta. Nonostante tutto, c’era molto affiatamento. Ho trovato amici veri e legami fortissimi, che porterò con me sempre all’interno della troupe. C’è stato un grande spirito di squadra e sacrificio nei momenti meno semplici, dettati dall’estrema necessità di vivere in protezione, limitando a zero il rischio contagi. Siamo stati in un’immensa campana di vetro, non abbiamo avuto nemmeno un contagio.
E che ricordi hai dei tuoi momenti liberi a Trapani, tra una ripresa e l’altra?
Ester Pantano: A Trapani, mentre giravamo Makari, io e Domenico Centamore, mio amico fraterno e collega immenso, vivevamo negli appartamenti bellissimi, che davano su Piazza Jolanda. Ho vissuto l’immenso amore per la proprietaria Caterina Sugamiele, l’amicizia nata con Giuseppe e Gino di SantaChiara19. Loro erano diventati la cucina di casa, il luogo dove poter stare bene e sereni e mangiare benissimo, con le ricette locali, il cous cous impaccato a mano e preparato insieme al brodo da portare alla mia famiglia.
Sei anche nel cast della serie di grande successo “Imma Tataranni- sostituto procuratore”. In cosa ti ha permesso di crescere questo lavoro?
Ester Pantano: Questa esperienza mi ha permesso di confrontarmi con umanità eccezionali. Ho imparato dall’umanità e umiltà di Vanessa Scalera cosa voglia dire avere tutto il carico sulle spalle, essere lì, presente tutti i giorni e non mollare, continuando a conservare uno sguardo attento e cortese verso tutti gli elementi della troupe, che insieme a noi portano avanti l’immenso circo che è il set.
E, invece, come essere umano cosa credi di aver imparato?
Ester Pantano: Ho imparato cosa vuol dire il senso di protezione e la libera espressione su un set, quando ti senti parte di un’opera e non una marionetta da spostare, il piacere del confronto e degli sguardi, che indicano osservazione e riconoscimento del valore, che si sta apportando, e l’eterno mettersi in discussione ed ascoltare altre idee, proposte. É stato un set di mutuo dialogo, il set che ti permette il regista Francesco Amato.
In questo tempo sospeso, abbiamo avuto modo di vedere molti film e serie tv sulle piattaforme. Quali sono i film che recentemente ti hanno affascinata?
Ester Pantano: Ho visto Pieces of a Woman, che ha come protagonista Vanessa Kirby. Martha affronta il dolore per la perdita della sua bambina. Il film mi ha scossa, mi ha agitata. Ha sbloccato in me tante cose interiori. Adesso, mi trema la voce, mentre ne parliamo perché è stata una visione incredibile. Pieces of a Woman è stato girato in un modo eccezionale. Tutto quello che è metafora, tutto quello che è richiamo, è fondamentale. É necessario quel Cinema che richiama ognuno di noi attraverso dei simboli e delle intuizioni. Nella storia, ci sono tante immagini e tanto turbamento. Al centro del film ci sono gli occhi, l’emotività ed il dolore di Martha.
In che cosa identifichi la parola “benessere”?
Ester Pantano: Con la natura, con una forte pace, con il senso ed il riflesso di sé. Con il distacco dalle affermazioni o da alcune frasi veloci dette da altri, che, a volte, lasciano un’eco assordante. Con il mio femminile e con il mio maschile in equilibrio. Con la scrittura ed il canto. Il benessere lo identifico nell’essere una nota precisa, ma riuscire ad essere armonici in tutte le altre, perché questa vita non ci permette di essere sempre perfettamente accordati e di suonare la nota che meglio ci risponde. Lo identifico con il mio essere nomade ed il mio cominciare ad accettare che la casa più bella la trovo dentro di me.