Blonde è stato presentato, ieri, in Concorso alla 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Tratto dal bestseller di Joyce Carol Oates, il film reinventa con audacia la vita di una delle icone più leggendarie di Hollywood: Marilyn Monroe. Dalla sua infanzia imprevedibile come Norma Jeane, attraverso l’ascesa alla fama e i legami sentimentali, Blonde mescola realtà e finzione per esplorare la sempre più vasta differenza tra l’immagine pubblica e quella privata dell’attrice. Scritto e diretto da Andrew Dominik, il film vanta un cast straordinario con protagonista Ana de Armas. Nel cast, troviamo anche Bobby Cannavale, Adrien Brody, Julianne Nicholson, Xavier Samuel ed Evan Williams.
Nel corso della conferenza stampa del Festival di Venezia 2022, Ana de Armas ha raccontato: «Ho avuto molto spazio per creare una donna vera. Il mio lavoro riguardava la comprensione, l’empatia, la connessione con lei, con il suo dolore e il suo trauma. Se metti da parte la star del Cinema che era, lei è semplicemente una donna, proprio come me, della stessa età, un’attrice nell’industria. Questo era un progetto per cui sapevo che dovevo aprirmi in modo da andare in posti che sapevo sarebbero stati scomodi, oscuri e vulnerabili. E penso che lì ho trovato la connessione con questa persona, su chi fosse».
Inoltre, l’attrice si è commossa parlando dell’incredibile dono che è stato, per lei, fare questo film: «Durante le riprese, Marilyn era molto vicina a tutti noi. Era con noi. Tutti noi sentivamo così tanto rispetto verso di lei e molta responsabilità di fare tutto bene per lei, per onorarla. Tutta la crew sapeva che eravamo al suo servizio. Stavamo facendo qualcosa più grande di noi. Qualcosa di più speciale di un film su di lei. Lei era tutto ciò a cui pensano, tutto ciò di cui sognavo. Lei era tutto ciò di cui parlavo. Era con me. Ed è stato bellissimo, penso che lei fosse felice di questo. A volte, lanciava le cose verso il muro e si arrabbiava quando qualcosa non le piaceva. É vero, sono successe davvero queste cose. Girare negli stessi posti in cui lei era stata, girare nella sua casa, è stata una sensazione così forte. C’era qualcosa nell’aria e penso che lei stesse approvando quello che stavamo facendo. Sentivo che stavo vivendo quella persona. Sentivo quel peso, quella tristezza. Ho fatto questo film per spingere me stessa perché pensavo fosse un regalo per me stessa. Non ho fatto questo film per far cambiare opinione ad altre persone su di me. Qualsiasi cosa accadrà, questa esperienza la porto con me. Questo film ha cambiato la mia vita».
