Dakota Johnson sta conquistando la critica ed il pubblico con la sua interpretazione nell’avvincente The Lost Daughter. La pellicola, tratta dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante, è diretta da Maggie Gyllenhaal. Olivia Colman e Dakota Johnson raccontano la storia di due donne e le loro diverse esperienze di maternità. Durante una vacanza al mare da sola, Leda (Olivia Colman) rimane incuriosita e affascinata da Nina, una giovane madre e dalla sua figlioletta mentre le osserva sulla spiaggia. Turbata dal loro irresistibile rapporto, la donna è sopraffatta dai suoi stessi ricordi personali dei sentimenti di terrore, confusione e intensità provati nelle prime fasi della maternità.
The Lost Daughter, Dakota Johnson: «Maggie Gyllenhaal si è ispirata a Monica Vitti per il mio personaggio»
In una recente intervista ad EW, Dakota Johnson ha parlato del lavoro fatto da Maggie Gyllenhaal per costruire il personaggio di Nina: «La mano di Maggie come regista è così sicura, è così nutriente e non riguardava i nostri corpi. Ha parlato di come, all’inizio del film, stava quasi oggettivando Nina con le angolazioni della telecamera e la distanza – come se fosse un personaggio di un film di Michelangelo Antonioni, come Monica Vitti, ma poi puoi entrare nella sua mente».
Inoltre, anche Maggie Gyllenhaal ha rivelato di essersi ispirata proprio a Monica Vitti nella pellicola L’Avventura per descrivere, al meglio, il personaggio interpretato da Dakota Johnson. In un’intervista ha raccontato: «Stavo pensando ad Antonioni, Monica Vitti e Godard e a tutte le donne incredibilmente avvincenti. Stavo pensando al tipo di modo classico in cui le donne vengono uccise, osservate e adorate in un modo davvero avvincente, dove come donna, voglio stare vicino a Monica Vitti o Anna Karina, e voglio indossare il loro maglione. Voglio tagliarmi i capelli come loro. E pensavo a come appare una donna cinematograficamente e cosa significa. E poi mi interessava chiedere: cosa succede a quella donna adorata, bella e irresistibile? Proprio come appare Dakota Johnson nel mio film. E’ come se irrompesse nella cornice, come fa a circa un terzo del mio film. Ha grandi, enormi bisogni, una fame, delle insoddisfazione e una certa confusione».
In un’intervista a The Washington Post, la regista ha parlato anche dell’interpretazione di Dakota Johnson, affermando: ”Dakota è venuta da me e ha letto la mia sceneggiatura. È venuta da me e mi ha detto: questa storia mi sta parlando. Questa storia mi offre l’opportunità di esprimere cose che sento di dover esprimere. E quindi, è stato interessante vedere Dakota lottare davvero per essere osservata, essere in qualche modo oggettivata, solo per aprirsi e avere una voce”.