Da venerdì 30 settembre, arriva in prima serata su Canale 5, la nuova serie tv dal titolo Viola come il mare che vede protagonisti Francesca Chillemi e Can Yaman. Nel cast, troviamo anche Chiara Tron che interpreterà Tamara. Questa rappresenta una delle prime grandi esperienze della giovane attrice. Coprodotta da Rti e LuxVide e diretta da Francesco Vicario, Viola come il mare è una serie light crime in 6 serate, tratta dal romanzo Conosci l’estate? Di Simona Tanzini.
Viola come il mare, Intervista a Chiara Tron: «Questa serie è ricca di tenacia e freschezza»
Benvenuta Chiara. In Viola come il mare interpreti Tamara Graziosi. Come la descriveresti vista attraverso il tuo sguardo?
Come una ragazza apparentemente distaccata e disincantata ma che nasconde un grande cuore. Si è creata uno scudo oramai ben solido ma questo non le impedisce di esserci e sostenere le persone a cui tiene. Ha un modo tutto suo di dimostrare l’affetto e questo la rende unica, per niente canonica.
Come descriveresti, invece, il rapporto tra Viola e Tamara nel corso della serie?
È come la migliore delle commedie: inizia con una difficoltà. L’essere l’una l’opposto dell’altra rende subito lampante quanto difficile potrebbe essere una collaborazione tra le due, figuriamoci un’amicizia. Eppure la vicinanza “forzata” le porterà a fare breccia nei rispettivi cuori.
Quanto di te c’é in Tamara?
Il cuore, l’ironia e l’esserci sempre per le persone che amo. Poi per il resto, siamo completamente diverse e forse è proprio per questo che ho amato di Tamara da subito. Appena ho letto il primo self tape, ho chiamato la mia agente e le ho detto: “questo ruolo è mio”. Tamara non sono io, ma Tamara è decisamente mia.
Che esperienza ha rappresentato, per te, essere sul set della serie, diretta da Francesco Vicario?
Per me, è stato fondamentale. Ho sentito già in fase di provino quanto mi supportasse e questo mi ha incentivata ancora di più nell’impegnarmi al massimo. Francesco l’ho amato da subito, non avrei potuto chiedere regista migliore. È stato un timoniere insostituibile, ha sempre iniziato ogni giornata, anche la più difficile, con un sorriso. La cosa più bella di Francesco è che ti fa sentire protetta, tutelata, sai che sei in buone mani e che ti porterà a fare la scena al meglio e in tutto questo non si dimentica mai di farti iniziare con la tua proposta. Ogni set avrebbe bisogno di un Francesco Vicario.
Come é stato lavorare accanto a Francesca Chillemi e Can Yaman nel corso dei mesi?
Fichissimo! Ci siamo divertiti da morire, abbiamo condiviso praticamente 24 ore su 24 quando siamo stati a Palermo. Andare in trasferta a una settimana dall’inizio delle riprese è stata una fortuna. Lì ci siamo proprio uniti tanto come succede nelle gite scolastiche. Abbiamo vissuto il buono e il cattivo tempo dello stare fuori casa, ci siamo stati di supporto nelle difficoltà ma soprattutto siamo stati compagni di miliardi di risate in quelli che sono stati momenti assurdi ma bellissimi.
Cosa speri che arrivi al pubblico che guarderà questa storia?
Spero tanto che arrivi la tenacia e la freschezza con cui si possono affrontare le difficoltà. La nostra protagonista fa della sua malattia, un super potere e questo la rende unica. Ci sono tanti ”fantasmi” che vengono affrontati in corso d’opera ma la parola “arrendersi” , in Viola come il mare, semplicemente non è contemplata.
Chiara, quando hai capito di voler fare l’attrice? Te lo ricordi il momento esatto?
Certo! Avevo 9 anni, sembravo un maschietto e mi hanno chiesto di interpretare il pifferaio ne “il pifferaio magico” per la recita di fine anno. Da lì non ho mai smesso. Sono passati 20 anni e alla domanda “che vuoi fare da grande?” Rispondo sempre allo stesso modo.
Se guardi indietro, verso i tuoi inizi, quanto sei cambiata come attrice e come persona durante questo percorso? Quali sono le tue nuove consapevolezze?
Innanzitutto, ho smesso di sembrare un maschio, il che è una conquista. Ovviamente sono cresciuta come donna e questo si rispecchia inevitabilmente anche l’attrice che sono. Ma come si dice, non si smette mai di crescere e perciò mai di imparare quindi so quanto sono cambiata da allora ma chissà quanto potrò farlo ancora. Ad oggi, sono fiera del mio percorso ma sento di voler arrivare a qualcosa che non ho ancora ben definito.
Quanto é complicato essere un’attrice nel 2022? Mi parli delle gioie e delle difficoltà di questo mestiere?
Allora per me non è mai stato difficile, semplicemente perché non ho mai voluto alternative. Mi sono scelta questa strada con tutte le difficoltà che comporta poterne fare un lavoro che ti permetta di vivierne. Per quanto mi riguarda, l’iter è stato molto lineare: ho capito che volevo farlo, ho studiato, ho fatto tanto ma tanto teatro, ho fatto la gavetta e poi preso ruoli più piccoli fino ad arrivare a questo che posso dire essere il mio primo (e spero non ultimo ) ruolo importante. È tosta perché questo lavoro è fatto di 99 ”No” e di un ”Sì”, ma quando quel sì arriva, ti da la forza per tirare avanti fino al prossimo.
Quali sono le storie che buoi raccontare, le persone a cui vuoi dare voce, adesso?
Si dice che le migliori storie siano quelle che ancora devono essere scritte. Non so, vado molto a imprinting quando arriva un progetto ed è capitato anche che mi innamorassi di storie che forse non andrei mai a leggere /vedere. Ecco se rifacessero Forrest Gump mi piacerebbe interpretare Jenny o un personaggio come Katniss Everdeen di Hunger Games.
Mi piace osservare gli attori anche come spettatori. Cosa ami guardare, quando sei lontana dal set?
Il teatro tutto. Sono molto curiosa in ambito teatrale. Per quanto riguarda il cinema, invece, ho i miei amori che sono quelli da cui torno sempre. Mi capita molto spesso di aver più voglia di rivedere un film che ho già visto piuttosto che un nuovo film. Amo il cinema americano, sono cresciuta a pane e Disney quindi mi piacciono le commedie come L’amore non va in vacanza. Amo storie come Forrest Gump, A beautiful mind e sono visceralmente legata ad Hook- Capitan uncino. Insomma mi sono definita donna ma in quanto a gusti, non ho mai abbandonato la bambina che è in me.
Quali sono le attrici, gli attori che ti ispirano, ogni giorno, nel tuo lavoro?
Anche qui i miei riferimenti sono americani e non perché l’Italia non abbia o abbia avuto attrici capaci, ma semplicemente perché sono cresciuta con altro. Tra tutte credo di poter confermare che la mia preferita sia Kate Winslet. Ha dato vita a personaggi che pagherei per poter interpretare. Sa essere devastante, intensa e terribilmente comica. Ammiro tanto Anne Hathaway e ovviamente venero l’ineguagliabile Meryl Streep.
Se Chiara dovesse usare un’immagine per descrivere il significato della libertà nella sua vita, quale userebbe?
Wow! Che domandona! A istinto mi viene da dire Thiago (il mio cane) che corre sulla spiaggia. Riesce ad assumere forme assurde e fa delle facce buffissime schizzando da una parte all’altra come un proiettile senza meta noncurante del mondo che lo circonda o di me che lo richiamo all’ordine. Sì dai, mi piace. Questa è la mia immagine di libertà.