Chabeli Sastre Gonzalez è un mix di incontri e consapevolezze. La sua arte abbraccia e avvolge il mondo che incontra ed ogni piccola persona che incrocia il suo sguardo, smuove qualcosa dentro e fuori di lei. Crede negli incontri che cambiano la vita e ti danno il coraggio di mettere in gioco i tuoi sogni ed i tuoi pensieri. Questa giovane attrice, dallo sguardo sempre proiettato verso migliaia di posti conosciuti e sconosciuti, è pronta a sfidare se stessa, a raccontare centinaia di storie e personaggi diversi, ad attraversare le infinite sfumature dell’arte.
Dal 20 aprile, arriva su Netflix la pellicola La svolta di Riccardo Antonaroli. Che emozione provi in questo momento?
Sono molto contenta che tante persone, in vari posti del mondo, potranno vedere questa storia e sono stata felice che La Svolta sia uscito per tre giorni al Cinema. Per me, è stato molto forte poter vedere questo film in sala. Ho amato poter lavorare con tutto il cast.
Cosa ti ha colpita, maggiormente, di Amanda, il tuo personaggio, quando hai letto la sceneggiatura?
Quando mi hanno fatto leggere la sceneggiatura, l’ho amata e ho provato molta gioia per questo ruolo. Ho subito empatizzato con Amanda perchè era un personaggio così diverso rispetto alle proposte che fino a quel momento avevo ricevuto. Interpreto una giovane donna spagnola che si trasferisce in Italia per l’Erasmus e non sa parlare molto bene la lingua, è stata una sfida ed un gioco molto divertente. Sono cubana e ho avuto modo di recitare nella mia lingua madre, giocando attraverso questo ruolo così diverso dal solito.
La svolta racconta una storia di incontri, quegli incontri che cambiano la vita delle persone. Cosa speri che possa arrivare al pubblico?
Ci sono così tante tematiche diverse in questa storia. Ogni volta che la guardo, mi emoziono. Risveglia così tante cose dentro di me. Ci sono dei dialoghi molto delicati. Mi piace la verità con la quale sono affrontati alcuni argomenti all’interno del film. A volte, nella vita, ci capita di incontrare una persona che può cambiare completamente il nostro percorso. Ogni incontro non è casuale e ti porta ad una possibile svolta, positiva o negativa, che ti apre una strada. Quando guardi La svolta rifletti su ciò che ti danno le persone che incontri, quali sono le parti di te che smuovono questi incontri. Per me, questa pellicola ci permette di dare importanza ad ogni piccola cosa che arriva, ad ogni persona che incontri perchè tutto ciò non è per niente scontato o banale. Sono in un momento della mia vita in cui pongo tanta attenzione a questa tematica, anche a causa di tutte le incertezze che il mondo ci sta facendo sentire. Allora, mi pongo così tante domande e penso a chissà quante persone incontriamo e, senza rendercene conto, ci cambiano un po’. E, magari, ce ne rendiamo conto a distanza di tempo.
In questo tempo incerto e sospeso, abbiamo sempre paura dell’incontro con gli altri. Abbiamo paura degli esseri umani che non conosciamo. Non credi?
Vogliamo sempre evitare il contatto umano, sembra che ci infastidisca. Ne parlavo proprio l’altro giorno con una mia amica. A dicembre, sono tornata a Cuba dalla mia famiglia. Sono stata lì per tre settimane e mi sono resa conto di essere in un posto caldo, con una mentalità diversa, che non è influenzato così tanto dai social come lo sono gli altri paesi. Spesso, le persone sono infastidite dal calore, dallo scambio umano, dalla possibilità di aprirsi di fronte ad un’altra persona. Ed invece, io penso che l’incontro con gli altri sia un arricchimento continuo. Incontrare un passante che ti racconta la sua storia, ascoltare la tua vicina che ti chiama, per me, è una grande ricchezza.
Gli spettatori hanno amato il tuo personaggio nella serie Netflix dal titolo Baby. Cosa ti porti dentro di te di un personaggio così enigmatico come Camilla?
Le sue luci e le sue ombre mi hanno fatto riscoprire un’adolescenza che non ho vissuto così in gruppo, tra amici. Ho quasi ricoperto una parte della mia adolescenza attraverso questa esperienza e ho rivisto alcuni aspetti della me adolescente. Ho trovato molto interessante, a livello personale, tutto questo. Quando rivedo Baby, rivivo quel lavoro con tenerezza. Riconosco e vedo quanto fossi preoccupata, all’inizio, di un progetto così importante. Ero alla mia prima grande esperienza. Mi sentivo un po’ spaventata e disorientata. Tutte quelle emozioni e sensazioni mi sono servite anche per mettermi in gioco e per costruire Camilla che, alla fine, si sentiva proprio così nella sua realtà. Ho vissuto un mix di emozioni con il mio personaggio.
Quali sono i ruoli che speri di poter raccontare nel tuo futuro?
Ho voglia di esplorare tanti personaggi. Ci sono veramente tante cose che voglio raccontare e che mi piacciono. Non voglio sentirmi stretta in progetti che, magari, sono venduti in questo momento. Sento il bisogno di cercare esperienze in Francia, in Spagna. Amo molto le attrici francesi ed i loro film. Ammiro la femminilità che viene raccontata, quella che ha uno spazio ma che non si identifica nettamente nel corpo, nel ruolo di una donna che viene collegata ad un uomo perchè è sua moglie. Sono una grande sognatrice, vorrei esplorare qualsiasi ruolo. Sogno qualsiasi tipo di personaggio. Sicuramente, quello che trovo necessario è il dover dare sempre più valore al lavoro dell’attore in ogni piccolo dettaglio. Mi piacerebbe che fare l’attrice non venisse considerato un hobby. Ancora oggi, le persone sono sempre un po’ scettiche nei confronti di chi fa questo mestiere. Ne parlo spesso con le persone che ho accanto. Vorrei rivoluzionare tante cose intorno a me ed è per questo che mi piace arricchirmi. Da un anno, sto studiando danza a Roma per arricchire sempre di più il mio lavoro. Tutte le arti sono collegate e la danza fa bene all’anima. Quando ballo, sono veramente felice. Pensare che un attore non debba arricchirsi e non debba esplorare altri tipi di arte non è tra i miei pensieri. Voglio fare qualsiasi cosa, voglio aggiornarmi, voglio fare tanti corsi, voglio andare all’estero.
Quali sono i film che ti colpiscono?
Recentemente, ho visto Capri Revolution di Mario Martone con protagonista Marianna Fontana e me ne sono innamorata. Credo che sia un film potente ed il personaggio di Lucia è pieno di sfumature. Ho tanti punti di riferimento. Pedro Almodóvar è il mio regista preferito e cerco sempre di riguardare tutti i suoi film.
Ecco, parlando di Pedro Almodóvar, trovo molto interessante il modo in cui racconta le donne.
Pedro Almodóvar riesce a spiegarti tutte le complessità dell’essere donna senza escludere niente. Amo il modo in cui racconta queste figure femminili così complesse. Riesce a comprendere le donne. Le donne delle sue pellicole cambiano sempre e sono continuamente colorate ed ironiche. Da loro puoi aspettarti qualsiasi cosa. Inoltre, ogni donna ha una bellezza particolare, ognuna ha il proprio fascino e la propria femminilità.
Tempo fa, ho letto in una tua intervista che, quando vivevi a Cuba da bambina, eri affascinata dalla tua vicina di casa, una ballerina. Mi colpisce molto questa storia e penso a quella bambina che osservava la sua vicina e, in qualche modo, si sentiva ispirata dalla sua arte, dal modo in cui quel suo mestiere coinvolgeva la vita degli altri. Che ricordi hai di quella donna?
Mi fa molto piacere rispondere a questa domanda. Quando sono tornata a Cuba, pochi mesi fa, sognavo di rincontrare Isabel Blanco. Volevo rivederla perchè, fino ad ora, ho portato con me questa sua immagine di arte. Eravamo vicine di casa e da bambina, spesso, ero a casa sua. Mi preparava delle marmellate di mango molto buone. Aveva una casa arredata in modo particolare, con dei rami e della natura morta, sedie antiche, tappeti ed una piccola tartaruga che viveva con lei. In quegli anni, Isabel aveva i capelli lunghi fino al bacino. Ho sempre avuto, dentro di me, il suo ricordo. Mi sono portata dietro la sua immagine, per sempre. Lei mi ha permesso di avvicinarmi alla danza e quell’arte è diventata il mio primo amore. Adesso, l’ho rivista e mi è sembrato quasi come se non l’avessi mai lasciata o persa di vista, è stato tutto così naturale. Era passato così tanto tempo e l’ultima volta che ci eravamo viste, avevo cinque anni. E ora che ho ventisette anni, ci siamo riviste e sedute lì nel suo salottino a parlare di tante cose con una naturalezza incredibile. Mi piacerebbe tornare a Cuba e studiare danza con lei. Isabel mi ha ispirata con la sua immagine di donna, davvero. La considero una sorta di angelo che, per qualche motivo, è nella mia vita e, anche se c’è per poco tempo, simboleggia qualcosa.
Credo molto agli incontri con delle persone che ti fanno capire qualcosa e magari non te lo dicono con le parole…
Sì, esistono persone che sono come uno specchio per te e ti fanno scoprire qualcosa di te oppure ti aprono un mondo. Ti illuminano, in qualche modo. Non si esprimono con le parole perchè, a volte, non sono coscienti del potere che hanno su di te. Isabel, infatti, non si aspettava minimamente che io portassi con me una serie di ricordi su di lei. Ricordavo così tanti dettagli di lei che nemmeno ricordava, è stato emozionante. La me bambina ha voluto registrare tutto nella sua memoria. Sono tornata a Cuba e l’ho voluta rivedere. Il nostro incontro mi ha segnata.
Cosa rappresenta, per te, la libertà?
Penso di aver cambiato la definizione di libertà in questi ultimi tempi. In questo momento, la libertà rappresenta la parola ‘consapevolezza’. Prima, avevo bisogno di definire questo concetto con più immagini. Adesso, la consapevolezza combacia con il tipo di libertà che vorrei raggiungere. La libertà significa essere coscienti, essere risvegliati in qualche modo. Quando sei una persona consapevole, sei realmente libera perché significa che sei consapevole di qualsiasi cosa che fai: dal momento in cui sposti un dito, oppure alzi il tuo sguardo, tieni i pieni per terra e sei consapevole di essere viva. Per essere completamente liberi, bisogna avere il coraggio di andare in profondità e scoprire realmente chi si è, in modo da continuare ad esserlo. Pian piano, riesci a conquistare le tue consapevolezze, quelle che ti permettono di fare delle scelte dettate dal tuo cuore.