Scarlett Johansson ha deciso di far causa alla Disney per la pellicola Black Widow di cui è protagonista. Secondo quanto riportato dai suoi legali, il suo contratto è stato violato con la scelta di far uscire il film in contemporanea sia nelle sale cinematografiche sia sulla piattaforma streaming Disney+.
Scarlett Johansson sostiene che secondo gli accordi con la Marvel Entertainment veniva garantita l’uscita esclusiva in sala. Quindi, il suo compenso sarebbe stato basato in gran parte sulla riuscita degli incassi di Black Widow al botteghino. La Disney ha così violato senza giustificazione l’accordo con la Marvel, impedendo all’attrice di trarre tutti i benefici del suo contratto.
La Disney ha replicato così alle accuse di Scarlett Johansson: “Non c’è alcun merito per questo deposito legale. La causa è particolarmente triste e angosciante per il suo insensibile disprezzo per gli orribili e prolungati effetti globali della pandemia di Covid- 19. Disney ha pienamente rispettato il contratto della signora Johansson e inoltre, l’uscita di Black Widow su Disney+ con Premier Access ha notevolmente migliorato la sua capacità di guadagnare un compenso aggiuntivo oltre ai 20 milioni di dollari che ha ricevuto fino ad oggi”.
Le associazioni Women In Film, ReFrame e Time’s Up condannano, in una dichiarazione congiunta, la Disney per il suo “attacco di genere” nei confronti di Scarlett Johansson:
“Siamo fermamente contrari alla recente dichiarazione della Disney che tenta di caratterizzare la Johansson come insensibile ed egoista per aver difeso i suoi diritti commerciali contrattuali. Questo attacco di carattere di genere non ha posto in una disputa commerciale e contribuisce a un ambiente in cui le donne e le ragazze sono percepite come meno capaci degli uomini di proteggere i propri interessi senza affrontare critiche ad hominem”.
Scarlett Johansson e quella battaglia che riguarda tutti
Quello che è successo a Scarlett Johansson mi ha fatto pensare alle parole della scrittrice Francesca Cavallo: “Mi arrabbiai, e la rabbia alle donne non viene perdonata. Agli uomini sì. Alle donne, per perdere ogni credibilità, basta alzare la voce. Avevo paura della parola femminista. Invece che avere paura di quel buio pesto, di quel silenzio omertoso. Invece, che avere paura di chi voleva che facessi finta di niente”.
Perché battersi per i propri diritti non può essere un limite. Una donna che si batte per far valere un contratto firmato non è insensibile, ma rappresenta una vera e propria professionista che difende il lavoro svolto fino ad ora. La causa di Scarlett Johansson potrebbe essere uno spiraglio di cambiamento per il mondo dell’intrattenimento. Negli ultimi mesi, le principali aziende hanno dato la precedenza ai servizi in streaming, scegliendo di far uscire i film sulle piattaforme. Questa strategia pone delle implicazioni finanziare notevoli da dover assolutamente considerare. Ogni attore ed ogni produttore deve avere il diritto di assicurarsi che lo streaming non danneggi il proprio lavoro.