Nino Sarratore e tutti gli uomini che fanno sbiadire l’anima delle donne

Nino Sarratore e tutti gli uomini che fanno sbiadire l'anima delle donne

Nino Sarratore non voleva essere come suo padre. Sin da bambino l’ha scrutato, allontanato, detestato, messo da parte. Eppure, è diventato la sua copia esatta, una copia che contiene lo stesso identico e insulso valore. E allora a cosa è servito odiarlo, per una vita intera, se poi è arrivato fin qui ad assomigliargli?

Sin da subito, nella saga televisiva de L’Amica geniale, Nino si è mostrato come il ragazzo intelligente, colto, al passo con i tempi che cambiano e che ti cambiano. Ha studiato, si è fatto spazio nei circoli più colti della società, è diventato una persona istruita e consapevole del proprio sapere. Quel bambino che affascinava Elena è diventato un uomo o forse non lo è diventato mai. Nella seconda stagione (Storia del nuovo cognome) si è innamorato di Lila (oppure no) e Lila si è innamorata di lui. Hanno condiviso libri, mare, pensieri. Fino al giorno in cui, il castello di egocentrismo di Nino ha incontrato l’intelligenza e la trasparenza di una donna come Lila. E lui non ce l’ha fatta più, tutto questo era troppo per lui. Lila brillava più di lui. Lila sapeva qualcosa che lui non sapeva e non saprà mai. Lila aveva un cuore e lui non lo ha mai avuto. Lila era tutto e lui era niente. Non voleva che qualcuno come lei potesse scoprire, sin da subito, che quella sapienza che nascondeva bene sotto la giacca era il niente.

Nella terza stagione (Storia di chi fugge e di chi resta), Nino cerca Lenù. Lei ne resta continuamente soggiogata, ammaliata, devastata dalla sua figura emblematica e affascinante. Nei passi che entrambi compiono, Nino rivela ad Elena ciò che pensa di Lila, affermando: «Mi dispiace solo che non ho notizie di Lila. Lila è coraggiosa, Lenù, fin troppo. Ma non sa piegarsi alla realtà, è incapace di accettare gli altri e se stessa. Volerle bene è stata un’esperienza difficile perché non sa cos’è la dedizione. É proprio fatta male nella testa, in tutto, anche nel sesso». In quelle pronunciate con un’apparente sincerità, si annida l’anima oscura e manipolatrice di un uomo che rivela ad un’altra donna una realtà distorta, il valore di Lila che non ha saputo afferrare, rispettare, amare.

Per Nino, Lila non sa piegarsi alla realtà. Per Nino, Lila non sa accettare gli altri. In quel giudizio, sputato senza nessuna delicatezza, si nasconde la descrizione perfetta non di Lila ma di Nino stesso. Parla di se stesso ma non lo sa. Nino è un narcisista, inganna e manipola le donne che ha intorno soltanto perchè non sa accettare che ognuna di esse possa avere un pensiero, un’intelligenza, una mente capace di compiere scelte.

Nel primo episodio della terza stagione, Lenù conosce una giovane studentessa diventata madre. La donna è sfinita, sola, ormai vuota. Deve crescere un bambino con tutte le sue forze senza nessuno che possa aiutarla. Rivela ad Elena qualcosa che scuote e attanaglia i pensieri all’interno della testa: «Solo il bambino resta, è una parte di te. Il padre, invece, era un estraneo e torna un estraneo. Persino il nome non ha più il suono di una volta. Nino, io dicevo, e non facevo che ripetermelo nella testa già appena mi svegliavo, era una parola magica. Adesso, invece, è un suono che mi rattrista». Lei è l’ennesima vittima di Nino e del suo silenzioso gioco di potere.

Anche Lenù pensa che Nino sia una parola magica, un suono che avvolge e non ferisce mai. Lo pensa ancora, nonostante abbia visto Lila cadere lentamente nella sua trappola, svuotarsi pian piano in un tunnel senza fine, dove non c’è più amore ma soltanto responsabilità, dolore, fatica, assenza. Elena guarda queste donne svuotarsi, addolorarsi, generare figli e non si rende conto che l’uomo che pensa di amare è un uomo che sbiadisce l’anima, toglie colore alla vita, distrugge tutto ciò che tocca.

Poi, poi un giorno lo scoprirà anche lei. Capirà anche lei che Nino vorrebbe togliere dignità e spazio alle donne che incontra. Vorrebbe avere un potere sottile e incisivo sui loro cuori. Vorrebbe essere l’unico e solo essere umano, capace di comandare e stabilire le direzioni da percorrere. Lenù , un giorno, capirà tutto.

E Lila, un giorno, le dirà: «Tu rovini la tua famiglia per quello lì? Sai che cosa ti succederà? Ti userà, ti succhierà il sangue, ti toglierà la voglia di vivere e ti abbandonerà. Perché hai studiato tanto? A che cazzo è servito immaginarmi che ti saresti goduta una vita bellissima anche per me? Ho sbagliato. Sei una cretina». Incontreremo tanti uomini come Nino Sarratore, li accoglieremo nelle nostre case, nei nostri corpi, nelle nostre anime. Faremo spazio ad ognuno di loro nella nostra vita, nel nostro lavoro, nei nostri sentimenti e negli ideali che abbiamo custodito da sempre. Incontreremo tanti Nino Sarratore che sbiadiranno per un po’ la nostra anima, ci toglieranno il sangue e la voglia di vivere. Avranno volti apparentemente gentili e colti, avranno giacche eleganti che nasconderanno, con cura, tutto lo sporco che trattengono dentro. Incontreremo tanti Nino Sarratore e li riconosceremo, li ameremo, lasceremo che ci feriscano, e poi li allontaneremo, li schiveremo come si fa con tutte le cose pericolose. Come si fa con tutte le cose tossiche, che non valgono niente.

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