The Lost Daughter, Dakota Johnson: «Nina è un personaggio straziante»

The Lost Daughter, Dakota Johnson: «Nina è un personaggio straziante»

The Lost Daughter ha conquistato ben tre candidature agli Oscar 2022, tra cui la candidatura per la miglior sceneggiatura originale. Maggie Gyllenhaal dirige la pellicola, tratta dal romanzo La figlia oscura di Elena Ferrante. Olivia Colman, Dakota Johnson e Jessie Buckley sono le protagoniste di un’intensa storia di donne e madri.

The Lost Daughter, Dakota Johnson: «Nina è un personaggio straziante»

The Lost Daughter, Dakota Johnson parla del suo personaggio: «Nina è una giovane donna che si perde e affoga»

In una recete intervista ad EW, Dakota Johnson descrive così il personaggio di Nina in The Lost Daughter: «Penso di essere stata attratta dal ruolo perchè non avevo letto niente del genere prima d’ora. Nina è così complicata e incompresa. Mi sembra un personaggio riconoscibile. Penso spesso alle volte in cui una donna appare in un certo modo, non stai necessariamente pensando alla sua mente, a come funziona, a cosa pensa, a quanto sia intricato e complicato il suo paesaggio interiore. Ho trovato questo personaggio bellissimo e straziante. Questa ragazza sta annegando ma è molto severa. Ho pensato che fosse interessante. Ho trovato di grande sollievo avere questa esperienza di onestà sullo schermo. Spesso, una madre che ha un momento difficile, pensa: ‘Odio me stessa’. Ma c’è qualcosa di molto più profondo, che è molto più complicato. Non bisogna sentirsi bene con tutto, tutto il tempo. Non c’è modo di essere perfette in tutto. Forse essere perfette significa essere imperfette come madri, è una bugia divertirsi in ogni momento. E penso che Maggie Gyllenhaal racconti semplicemente la verità».

Inoltre, l’attrice ha raccontato come ha costruito il suo personaggio con Maggie Gyllenhaal, ispirandosi ad alcuni film italiani: «Abbiamo parlato insieme riguardo al fatto che Nina non parli per i primi 20 minuti del film. Ma la vedi spesso. Io e Maggie abbiamo parlato di alcuni vecchi film italiani come quelli di Michelangelo Antonioni. Uno di questi film (L’Avventura) era uno dei riferimenti di Maggie per Nina per come Antonioni riprendeva Monica Vitti, in un modo oggettivato. E questi personaggi non sembravano essere raccontati in modo invasivo, ma sembravano essere adorati. E poi, Maggie voleva davvero che Nina esplodesse quando finalmente parla e la vedi da vicino. Credo che sia bellissimo avere delle storie che puoi raccontare senza dire una parola tra due persone».

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