Laura Locatelli è arrivata su Prime Video dal 9 maggio nel film Mollo tutto e apro un Chiringuito, dove torna a indossare i panni del personaggio di Laura, la moglie del Milanese Imbruttito, che interpreta sin dalla serie Youtube che da anni spopola sul web con un enorme successo di pubblico.
Intervista a Laura Locatelli
Benvenuta, Laura. Dal 9 maggio sei su Prime Video con il film Mollo tutto e apro un chiringuito. Come è stato tornare ad interpretare questo personaggio?
Grazie per l’invito! Mi ha divertita molto l’occasione di interpretare la moglie imbruttita in una storia vera e propria, certamente più strutturata rispetto agli episodi brevi della serie web de Il Milanese Imbruttito. Poi la funzione del mio personaggio è decisiva nella vicenda, quindi senza spoilerare, vi invito a scoprire come Laura (il personaggio si chiama come me) riesce a cambiare le sorti del chiringuito.
Come descriveresti la tua Laura? Ti assomiglia?
Abbiamo un tratto comune nell’empatia. L’ascolto e la capacità di dialogare (sto dicendo già troppo riguardo alla trama del film) (ride) sono risorse che coltivo anche io. Però non credo riuscirei a tollerare nella vita vera gli eccessi del Sig. imbruttito e del Nano. Alla fine, sono nata a Crema, in provincia, sono ancora un po’ Giargiana.
Dalla web serie Il milanese imbruttito al film, quanto ti ha cambiata questa esperienza?
Beh ora credo nei miracoli! (ride) Scherzi a parte, non mi sarei mai aspettata questa opportunità arrivasse dal web ma il successo del format è certamente una combinazione di fattori molto ben assortiti: dall’idea di ironizzare sui tratti milanesi (i founders della pagina social, partiti con un post ironico, ad oggi hanno fatto davvero tanta strada), agli autori e registi (il collettivo de Il Terzo Segreto di Satira, favolosi) al cast di professionisti, perfetti nel loro ruolo.
Come descriveresti la tua collaborazione con Germano Lanzoni?
Lavorare con lui non è solo divertente ma anche una fonte di ispirazione.Il nostro affiatamento non produce buoni frutti solo sul set ma anche nelle aule di formazione, entrambi infatti lavoriamo come formatori per le aziende e ci occupiamo di comunicazione efficace. Io insegno ad unire autenticità ed efficacia in video, lui ad usare l’ironia come arma segreta nelle relazioni. Prossimamente lo affiancherò come docente in un master sulla comunicazione e leadership all’Università Bicocca di Milano.
Partiamo dall’inizio, quando hai deciso di voler fare l’attrice?
Avevo 29 anni, avevo fatto il mio primo corso di teatro e prima di quel momento non avevo mai osato intercettare questo desiderio, che per la verità, esisteva fin dall’adolescenza. Studiavo danza al liceo e sognavo già una carriera nel mondo dello spettacolo ma le professioni artistiche non erano nemmeno contemplate nella mia famiglia e non avevo ancora sviluppato la personalità e la sicurezza minime e necessarie anche solo per affacciarsi a questo mondo. Così alla soglia dei 30 anni ho scommesso su questa passione ed è iniziata un’avventura che ancora oggi mi emoziona.
Quali sono i ruoli che, adesso, vorresti attraversare?
Ruoli fuori dal prevedibile, dagli stereotipi. Mi piacerebbe raccontare scelte inconsuete, originali, modi di affrontare la vita oltre gli schemi consueti. Personaggi coraggiosi e non convenzionali. Sono le storie che amo sentire e quelle in cui vorrei immergermi.
Quali sono i registi che ammiri e con cui vorresti collaborare in futuro?
Sono innamorata dell’ironia e dello sguardo di Paolo Sorrentino (beh sognare non costa nulla, mi dicono) e adoro Matteo Garrone, Ferzan Özpetek e Paolo Virzì. Artisti diversi eppure unici nella loro visione del mondo e nel loro modo di raccontare.
Che spettatrice sei?
Tendo a immergermi completamente nelle storie ben costruite, e quando, a fine film mi accorgo di aver perso, lungo la storia, anche lo sguardo tecnico da addetta ai lavori, allora lo promuovo a pieni voti. Ho amato le serie “After Life” e “Fleabag” ad esempio, ma anche il film “Storia di un Matrimonio” per citarne uno visto di recente.
Quanto credi che stia cambiando il mondo del Cinema per le attrici?
Si sta prendendo coscienza, anche se lentamente, del divario occupazionale che esiste tra donne e uomini, anche nel settore dello spettacolo. Un lavoro prezioso a riguardo lo ha svolto l’associazione Amleta che ha analizzato i dati della presenza femminile nel settore dello spettacolo dal vivo, rilevando la sproporzione numerica esistente. Credo che anche riguardo al cinema in Italia l’analisi porti a evidenze simili, come emerso anche in altri paesi che hanno già analizzato i propri dati a riguardo. Io mi auguro che possano esserci sempre più storie con donne davvero protagoniste, possibilmente fuori dagli stereotipi, e che le donne in ruoli di potere siano sempre più numerose (quindi più registe, ma anche più sceneggiatrici), in modo da rendere le narrazioni più sfaccettate e inclusive. Per le attrici, le occasioni di interpretare ruoli rappresentativi dell’universo femminile nella sua interezza (per età, per caratteri, per funzioni e attività diverse dalle consuete) sono ancora troppo poche.
Per Laura, l’arte è…
L’arte è sorprendente. È necessaria. È bellezza viva che si fa largo oltre l’utile. Perché a volte sembra non servire a nulla, ma invece a mio avviso serve a respirare, a dare e ritrovare senso. È cultura, che è una parola che amo, perché racconta il senso delle cose, condiviso dalle comunità. Per la mia attitudine e vocazione, le arti che si fondano nell’espressività del corpo e nella presenza, i sensi, la condivisione rituale, come fanno il teatro, la danza e il cinema, sono le forme di espressione umana che più mi emozionano.
Ufficio stampa: Gargiulo&Polici Communication