L’estate di Virna è un cortometraggio di genere dramedy scritto e diretto dal regista salentino Alessandro Zizzo con protagonisti Anna Safroncik e Adelmo Togliani. Il film breve, girato tra Lecce e Taranto, racconta della spasmodica ricerca della stagione sentimentale più calda, quella dell’innamoramento e delle farfalle nello stomaco.
Il racconto, che si snoda tra i toni del dramma e quelli della commedia, ci mostra l’evoluzione del rapporto tra Virna (Anna Safroncik) e Giulio (Adelmo Togliani), una coppia che ha condiviso un sentimento fortissimo e che ora si trova a fare i conti con due visioni diametralmente opposte del concetto di amore. Il regista Zizzo dirige nuovamente Adelmo Togliani dopo l’esperienza nel corto “La morte del sarago” e nel lungometraggio “La sabbia negli occhi” e trova in Anna Safroncik la “sua” Virna , una donna che, nonostante le sue fragilità non cede a compromessi, un ruolo che il regista aveva scritto pensando proprio all’attrice di origini ucraine.
“Cos’è l’amore? Amare “finché morte non ci separi” la stessa persona, affrontando anche l’autunno e l’inverno o viaggiare seguendo la rotta del caldo, cercando sempre nuovi amori e provando a vivere sempre in estate? Virna da sempre insegue l’estate e le farfalle, quelle che portano l’amore e che volano nello stomaco, quelle che quando muoiono poi, bisogna cercarne altre…
Intervista ad Anna Safroncik
Benvenuta Anna, sei la protagonista del corto L’estate di Virna. Ci racconti come è stato entrare a far parte di questo progetto?
Anna Safroncik: Mi sono innamorata del progetto sin dalla prima volta che ho letto la sceneggiatura. Credo che questa sceneggiatura rispecchi una piccola parte di tutti noi. Virna è una donna che cerca di vivere sempre l’estate dei rapporti ma purtroppo non c’è sempre l’estate. Esistono anche dei periodi di transizione, momenti di riflessione. Esiste la quotidianità che fa passare il tempo. Ma quanti di noi sono felici in questa posizione? L’estate di Virna ci permette di osservare la vita da due punti di vista diversi.
Chi sono Virna e Giulio?
Anna Safroncik: Da una parte, troviamo Virna che cerca di vivere la vita, cercando sempre qualcosa di nuovo ed emozionante, di trascendente. Dall’altra parte c’è Giulio (Adelmo Togliani ci ha regalato un’interpretazione magistrale) che rappresenta una vita tranquilla. Questa sua tranquillità lo porta a scontrarsi con Virna. Sono due modi di vita differenti che ci fanno riflettere su quale é il modo più adatto per vivere questa vita, per darle un senso. L’uomo si chiede, da sempre, quale é il senso della vita. E forse, va bene così: perché altrimenti non sarebbe bello viverla e scoprirla questa vita.
Ho letto che il regista Alessandro Zizzo ha pensato proprio a te prima di scrivere il personaggio Virna. Come è stato il vostro incontro? Che domande vi siete posti per raccontare questa donna?
Anna Safroncik: É stato tutto così semplice. Alessandro Zizzo mi ha inviato la sceneggiatura, dicendomi che aveva scritto questa storia, pensando a me nei panni di Virna. Ero molto felice di questa scelta. Nel momento in cui ho letto la storia, ho chiamato subito il regista. Mi sono sentita molto vicina a questa sceneggiatura perché tanti momenti di questa storia li ho vissuti davvero. Mi sono subito detta: “Voglio girare questo corto. É un grande modo per far riflettere le persone”. Il Cinema, alla fine, deve servire anche a questo: a far pensare, a farle cambiare idea. È qualcosa che deve spingere all’evoluzione.
L’estate di Virna ci spinge ad avere uno scambio umano importante.
Anna Safroncik: Assolutamente sì. Siamo circondati da tantissimo materiale da guardare. In questa moltitudine di storie, è importante cercare e trovare la storia che può farti riflettere. Quando realizzi un progetto del genere, c’è l’augurio di continuare ad essere curiosi, di continuare a cercare, di aprire sempre di più la mente.
Quali sono le storie che vuoi raccontare a tutti i costi?
Anna Safroncik: Ho raccontato tante storie drammatiche. Oggi, mi piacerebbe mostrare un lato anche divertente della vita. Se non la prendi con ironia, questa vita ti appesantisce e basta. Siamo tutti pieni di cose da fare, di bollette da pagare e penso sia importante anche la leggerezza. Ne L’estate di Virna, troviamo l’importanza di un tema che fa riflettere ma abbiamo anche la leggerezza per raccontarlo. Ed é questo il mio obiettivo per il mio futuro: creare cose che possono permettere al cuore di essere pieno di gioia.
Provengo da un paese che é in guerra. Mio padre vive ancora sotto l’assedio a Kiev. É stato sei mesi con me ma è voluto tornare a casa sua, nel suo paese di origine. Sai, vivo la pesantezza e la preoccupazione tutti i giorni. Sento una grande frustrazione nel cuore perché non posso fare molto per il mio paese, per tutte le persone che ogni giorno sono in pericolo. Bisogna essere forti, forti con un sorriso. Questo me lo ha insegnato il mio paese d’origine. Quando chiamo mio padre al telefono, sento il suo sorriso. Vorrei trasferire questa forza, questa energia nel mio lavoro, nelle storie che racconto. Abbiamo bisogno di tutto questo.
Che rapporto hai con i social?
Anna Safroncik: Su Instagram, ho un profilo molto attivo ma non amo mostrare tutto. Amo la riservatezza, il non mostrare tutti i lati intimi della vita di una persona. É bello avere qualcosa di personale da non condividere con il resto del mondo. Credo che la riservatezza sia una dote che affascina. É bello essere veri con noi stessi e con il mondo ma è altrettanto bello poter condividere alcune cose solo con le persone che ami.
Cosa rappresenta, per te, l’arte?
Anna Safroncik: É l’identità di un popolo, l’identità dell’essere umano. L’arte é la fantasia che diventa realtà: rappresenta tutto quello che possiamo lasciare agli altri. É tutto quello che ci contraddistingue. Riusciamo a creare cose incredibili. L’arte é ciò che ci aiuta ad andare avanti.