Classe 1997, napoletana, Imma Petricciuoli è una fotografa ritrattista che lavora principalmente tra Napoli e Roma. Nel tempo, l’artista si è specializzata in shooting per attori e attrici, in ritrattistica e beauty e in servizi fotografici per eventi privati.
La fotografia la accompagna da sempre, ma è dopo la laurea in Cinema e Televisione che ha scelto di trasformare questa passione in un percorso professionale. Si è diplomata in Fotografia Pubblicitaria e di Moda e ha partecipato a numerosi workshop che le hanno permesso di sperimentare linguaggi diversi, fino a trovare la sua direzione, una direzione, non un punto d’arrivo: il ritratto.
Intervista alla fotografa Imma Petricciuoli

Come ti sei avvicinata al mondo della fotografia? Ti ricordi il momento esatto in cui è iniziato tutto?
Imma Petricciuoli: Mi sono avvicinata alla fotografia quasi per gioco. A Natale del 2011, i miei genitori mi regalarono la mia prima macchina fotografica, una Canon 1100D che conservo ancora con gelosia. Cercavo una passione in cui potermi immergere, e la fotografia è diventata subito il mio spazio naturale. Ho iniziato da sola, spinta dalla curiosità: allestivo piccoli set nella mia cameretta e mi divertivo a scattare autoritratti, finché non è diventato qualcosa che assorbiva gran parte del mio tempo. Poco dopo, ho iniziato a fotografare le mie compagne di classe, che si prestavano come modelle. È stato allora che ho capito che qualcosa si stava iniziando a muovere.
Quando hai capito che questo sarebbe stato il tuo mestiere e che non avresti avuto nessun piano B?
Imma Petricciuoli: Non c’è stato un momento preciso in cui l’ho capito: è stata una consapevolezza che è cresciuta man mano, mentre scattavo e mi rendevo conto che non riuscivo a immaginarmi a fare nient’altro. Le incertezze ci sono sempre ma è giusto che ci siano. Ad un certo punto, ho smesso di pensare a un piano B: non perché volessi fare un salto nel vuoto, ma perché ogni volta che provavo a immaginare un’altra strada, semplicemente non la vedevo. Dopo il mio percorso universitario in Scienze della Comunicazione, ho deciso di dare finalmente spazio alla fotografia, diplomandomi in questo settore e continuando a formarmi seguendo svariati workshop.
Parliamo delle tue creazioni, come nasce la realizzazione di uno scatto?
Imma Petricciuoli: Per me uno scatto nasce molto prima del gesto di premere il pulsante. Nasce dalle persone, dall’empatia, dagli incontri. Prima ancora che la macchina fotografica entri in gioco c’è la comunicazione, quella verbale, fatta di ascolto e intesa, e soprattutto c’è la fiducia, che è l’elemento essenziale perché una foto possa davvero prendere forma. Solo dopo aver raggiunto quell’intesa che si crea prima dello scatto, la fotografia diventa un dialogo silenzioso. Certo, dipende dal tipo di lavoro che sto realizzando ma il mio focus è sempre stato sulle persone e quindi sulla ritrattistica. Da lì si aprono infinite sfumature, che cambiano in base a ciò che si vuole raccontare.

Come scegli le storie e gli esseri umani da raccontare attraverso le tue foto?
Imma Petricciuoli: Spesso sono le persone stesse a scegliere e credere in me e per questo ne sono sempre molto grata. Quando invece scelgo da sola, mi lascio guidare dalla sensazione: ciò che mi colpisce, ciò che mi emoziona. Una volta ho letto una frase: “Io guardo ogni cosa come se fosse bella, e se non lo è, vuol dire che devo guardare meglio”. Credo profondamente che la bellezza non sia un tratto oggettivo, ma un modo di guardare. Se non la vediamo, il problema non è nella persona, ma nello sguardo che stiamo usando. È un richiamo alla gentilezza dello sguardo: osservare con attenzione, con empatia, con profondità. Questa frase racchiude perfettamente ciò che voglio raccontare con il mio modo di fare fotografia: la bellezza non è uno standard, è una scoperta. È nella particolarità di ognuno di noi che può emergere una storia unica. Non lo dico per cercare originalità a tutti i costi: lo dico perché lo sento profondamente e ci credo davvero. La consapevolezza di sé è una delle armi più potenti che abbiamo, e la mia fotografia, insieme alla connessione che creo con chi fotografo, vuole essere proprio questo: un invito a riconoscerla, abbracciarla e celebrarla.
Un altro elemento fondamentale per uno scatto è la connessione che si crea, inevitabilmente, con la persona che immortali. Quale rapporto di fiducia cerchi di tessere tra te e chi c’è davanti al tuo obiettivo?
Imma Petricciuoli: La fiducia che cerco di instaurare è soprattutto una fiducia collaborativa: quella che permette di intendersi davvero e di comunicare in modo autentico. E spesso si tratta di gesti semplici: un caffè condiviso, una confidenza, un piccolo interesse in comune… è lì che inizia a sciogliersi il ghiaccio. Per me, è fondamentale, perché sono una persona naturalmente timida e ritengo necessario creare questa intimità e intesa, questa “bolla” in cui entrambi ci sentiamo liberi di esprimerci. Non è una dinamica immediata: richiede tempo, ascolto e presenza. Anche per questo, quando organizzo i miei set, cerco di non imporre orari rigidi. Le persone hanno bisogno di tempo per trovare il proprio spazio, a maggior ragione se chi ho davanti non ha mai posato prima, come nel caso di attori emergenti. Solo così la fotografia diventa qualcosa di reale, che va oltre la semplice esecuzione tecnica. Altrimenti, di cosa staremmo parlando?
So che i tuoi soggetti preferiti sono le donne. Come si racconta il mondo femminile attraverso le immagini?
Imma Petricciuoli: Provo un amore viscerale per le donne. Fotografarle è un linguaggio naturale per me. Mi piace mostrare loro aspetti di sé che forse non avevano mai considerato e vedere come il modo in cui si percepiscono nei miei scatti possa diventare fonte di consapevolezza e autostima.
La fotografia permette di raccontare chi sei ma anche di giocare con la propria immagine: esplorare diverse identità senza mai tradire la propria essenza. È in questo equilibrio tra autenticità e libertà di espressione che i miei scatti prendono vita.

E cosa vorresti raccontare in futuro delle donne?
Imma Petricciuoli: La mia intenzione è quella di continuare a fotografare le donne e raccontarle in tutti i modi possibili: nella dolcezza, nell’audacia, nella forza, nella timidezza, nella seduzione. Voglio raccontare donne che rivendicano il loro spazio e il loro corpo, che usano la propria immagine come vogliono, secondo le regole che sentono proprie, senza piegarsi a visioni che non le rappresentano. Raccontare la libertà di mostrarsi senza compromessi, di decidere chi essere e come apparire, senza filtri imposti.
Qual è stato il momento più significativo della tua carriera?
Imma Petricciuoli: Il mio è sempre stato un percorso continuo, fatto di crescita e di spinta verso nuovi traguardi. Non c’è stato un singolo episodio che abbia definito la mia carriera. Sicuramente gli ultimi tre anni sono stati particolarmente significativi. Ho avuto l’opportunità di mostrare le mie fotografie ad un pubblico più ampio, con pubblicazioni su diverse riviste e testate cartacee. È stata una conferma concreta che il lavoro costante, la passione e la curiosità che metto in ogni scatto stanno davvero portando i loro frutti. E non posso che essere estremamente grata per tutto questo.

Chi sono le persone che ti ispirano ogni giorno nel tuo mestiere?
Imma Petricciuoli: Non posso dire di avere una sola fonte di ispirazione. Certo, ammiro profondamente i grandi artisti e artiste del passato e cerco di cogliere punti di vista e prospettive differenti: basti pensare a fotografe come Vivian Maier, Annie Leibovitz, Francesca Woodman. Ognuna ha una visione personale e unica, e questa varietà mi aiuta a esplorare sfaccettature diverse senza legarmi ad una sola estetica o stile, ma semplicemente per ammirarne ogni visione. Ma se devo parlare di ispirazione concreta e quotidiana, allora sono le persone che incontro e con cui lavoro a darmi la spinta più forte. Anche i miei colleghi e le mie colleghe: amo la condivisione, confrontarmi sui traguardi e sulle curiosità, imparare gli uni dagli altri. L’ispirazione nasce soprattutto da questo continuo scambio, da chi mi lascia qualcosa di reale e mi spinge a fare meglio.
Cosa significa per te la parola bellezza?
Imma Petricciuoli:La bellezza è consapevolezza. È la capacità di riconoscere chi siamo davvero, accettarci quando ci sentiamo in armonia con noi stessi, oppure trovare il coraggio di cambiare ciò che non ci fa stare bene. È trasformare ogni parte di noi, anche quella più fragile, in un punto di forza. Uno sguardo più attento sa vedere la bellezza anche quando è nascosta. L’unica cosa che, per me, non può essere definita bella è l’assenza di empatia. Quando manca quella, tutto il resto perde valore.














