Backstage – Dietro le quinte, Intervista a Gianmarco Galati: «L’arte mi permette di raccontare la mia verità»

Backstage - Dietro le quinte, Intervista a Gianmarco Galati: «L'arte mi permette di raccontare la mia verità»
Agenzia Patrizia de Santis

Backstage – Dietro le quinte è il dance movie prodotto da Eagle Pictures e diretto da Cosimo Alemà. La pellicola è disponibile su Prime Video. Il film, girato interamente a Roma, racconta di un gruppo di talentuosi e giovani artisti che si sfidano a colpi di canto e danza per entrare a far parte del cast di un importante spettacolo. Ad interpretarli, nove attori alla loro prima esperienza cinematografica: Giuseppe Futia, Beatrice Dellacasa, Riccardo Suarez, Geneme Tonini, Aurora Moroni, Ilaria Nestovito, Gianmarco Galati, Yuri Pascale, Matteo Giunchi. A completare il cast, Giulio Pampiglione, Giulio Forges Davanzati, Irene Ferri, Jane Alexander e Adolfo Margiotta. Chiffon Magazine incontra Gianmarco Galati che ci racconta la sua incredibile esperienza nel film.

Intervista a Gianmarco Galati

Backstage - Dietro le quinte, Intervista a Gianmarco Galati: «L'arte mi permette di raccontare la mia verità»

Come descriveresti il tuo personaggio?

Speciale perché è il primo personaggio che interpreto nella mia carriera. Flavio è un ragazzo che, inizialmente, non si sente appagato nella sua relazione amorosa. Nonostante ciò, ha voglia di raggiungere i propri obiettivi. Questo ragazzo, nel corso del film, fa fatica ad andare avanti da solo. Sente di essere solo contro il mondo. Vorrebbe arrivare al traguardo insieme alla sua ragazza. Sente, però, che la sua ragazza non è con lui, nonostante stia facendo il suo stesso percorso. Soffre molto. Ci sarà una crescita ed un’evoluzione, Flavio andrà a prendersi ciò che vuole.

Che conversazioni ci sono state tra te e il regista per costruire Flavio?

Due figure fondamentali per costruire questo personaggio sono stati il regista Cosimo Alemà e la mia acting coach Patrizia de Santis. Con la mia coach, ho analizzato ciò che aveva reso Flavio la persona che era, tutte le esperienze di vita che hanno portato questo ragazzo ad essere in un certo modo. Io e il regista ci siamo presi un momento privato dove parlare di Flavio e dire: ”Ok, Flavio ha probabilmente bisogno di essere amato e capito. Ha bisogno di avere una speranza”. Ho cercato di capire questo personaggio senza mai giudicarlo.

Backstage – Dietro le quinte ha richiesto una grande preparazione fisica. Quanto è stato importante mettere in gioco te stesso con il tuo corpo?

Questo film vede come protagonisti il canto, la danza e la recitazione. Nasco come ballerino, ho iniziato a danzare all’età di quattro anni. La conoscenza del proprio corpo è un elemento fondamentale nella recitazione. La recitazione si muove all’interno di uno spazio e il corpo aiuta le parole ad esprimere ciò che vuoi esprimere. Per quanto riguarda il canto, per me, è stata una disciplina di grande fascino che ho iniziato a praticare giorno dopo giorno. Abbiamo avuto la possibilità di allenarci e prepararci per un mese, facendo prove su prove tutti i giorni. Per me, è stato fantastico perché il nostro gruppo era coeso e l’ambiente di lavoro era così familiare. Ci siamo sostenuti a vicenda in ogni disciplina.

Come è stato lavorare con tutto il cast?

Ho trovato in ognuno di loro una grande umanità. Sono stati fantastici. Si sono posti nel migliore dei modi nei confronti di questa sfida. Backstage è un film corale e richiedeva un grande impegno. L’umiltà ci ha accompagnati durante tutte le riprese del progetto. Ci confrontavamo sulle scene, continuamente. Questo film ci ha permesso di creare una collaborazione tra tutti noi che nasce in un ambiente di lavoro ma continuerà nelle nostre vite. Ne sono certo.

Cosa speri che arrivi al pubblico di questa storia?

Backstage racconta il mondo dei ragazzi. Credo che, nelle scuole, si debba insegnare l’ambizione, il desiderio, la voglia di raggiungere un traguardo senza limitarsi, il bisogno di essere quello che si vuole essere in ogni campo della propria vita. Non bisogna avere dei paletti. Ci saranno delle situazioni che ti metteranno sempre in difficoltà ma bisogna accettarle e dire: ”Anche questo fa parte del percorso. Andiamo avanti”. Spero che Backstage trasmetti una speranza di arrivare a raggiungere i propri obiettivi. Penso che sia importante mettersi in gioco, nonostante tutte le difficoltà della vita.

Ci sono stati dei film che hai guardato per interpretare al meglio il tuo personaggio?

Generalmente, guardo tanti film. Molto spesso, guardo gli stessi film come Will Hunting – Genio ribelle, che è uno dei miei film preferiti. Il personaggio di Matt Damon mi ha dato molta forza per costruire il mio personaggio. Mi sono detto: ”Vediamo quello che fa Will per andare a prendere ciò che gli spetta nella vita”. Quel personaggio si prende la libertà di uscire da quella sensazione di oppressione, riesce ad andare avanti nonostante tutto. Ho sentito questa forte connessione con il film, che probabilmente non ha nulla in comune con Backstage ma quella storia è una grande ispirazione, per me. Continua ad esserlo, nella vita e nel lavoro, ogni giorno.

Quali consapevolezze senti di avere adesso, dopo questa esperienza?

Backstage mi ha cambiato tanto. Mi ha dato tanto e mi ha cambiato per sempre, mi ha riempito di gioia. Ogni giorno, sul set, ero felice. Voglio studiare, voglio continuare a farlo. Il cinema è uno studio continuo. Bisogna prepararsi tanto per migliorarsi. Ho iniziato un percorso intenso di preparazione con Patrizia de Santis che è una professionista pazzesca. Vorrei che, pian piano, la mia carriera prendesse il via. Stare su un set è una grande fortuna e assorbi tutto come una spugna. Impari tante cose diverse e incontri tanti diversi insegnanti. Gli insegnamenti che hai sul set diventano oro.

Quali sono, invece, gli attori che ammiri?

Sono assolutamente pazzo di Al Pacino. Credo di aver visto Scarface così tante volte. Ammiro molto Luca Marinelli. Lo considero un attore formidabile. Sogno di essere su un set con lui, almeno per una scena, per vedere come lavora. Sarebbe un grande insegnamento, per me. Amo anche Alessandro Borghi. Ho visto Supereroi e ho amato la sua interpretazione in quel progetto.

Come ti fa sentire l’arte?

Mi fa sentire vivo. Mi fa sentire di essere vivo, è l’unico canale che riesce a farmi dire la verità, le mie verità, quelle che fanno parte di me e che mi hanno segnato nel corso della vita. Attraverso quelle, provo a far emozionare le persone.

 

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