Intervista a Nicolas Orzella: «L’amore, in tutte le sue forme, è il motore che muove il mondo»

Intervista a Nicolas Orzella

Amore, sofferenza, perdono. Nicolas Orzella costruisce un personaggio intenso ed emozionante nel film Di notte, sul mare di Francesca Schirru. La pellicola, disponibile su RaiPlay, è un racconto di coraggio e libertà necessario per i giovani. Dopo aver preso parte a serie di grande spessore come La Compagnia del cigno di Rai1, l’attore è pronto a nuove ed intense storie da poter raccontare. Adesso, ci regala una conversazione ricca di valori, sogni, speranze per il futuro.

 In che modo descriveresti Mattia in Di notte, sul mare?

Mattia è un adolescente che dovrebbe vivere i suoi 18 anni con la spensieratezza tipica della sua età e invece porta con sé un grande senso di colpa e il peso di un incidente che gli ha cambiato la vita, costringendolo ad allontanarsi dalla mamma, dalla donna che ama e dalla sua terra. É un ragazzo che ha una grande fragilità ma che allo stesso tempo è disposto a combattere contro tutto e tutti per riconquistare il diritto di amare.

Il tuo personaggio, all’interno della narrazione, affronta la perdita del suo amico e vive una storia d’amore travagliata.  Come hai cercato di raccontare gli stati d’animo che attraversa Mattia nel suo percorso di vita? 

Quando lavoro a un ruolo la prima cosa che faccio è analizzare il personaggio e costruire il suo background. In questo caso, è stato fondamentale lavorare sull’arco spazio temporale che va dall’incidente al ritorno a casa, che coincide con l’inizio del film. Questo mi ha aiutato a costruire quella bolla di protezione nella quale Mattia si rifugia e, una volta che ho chiaro il vissuto del personaggio e il suo percorso all’interno della linea narrativa, le emozioni arrivano di conseguenza. 

Nicolas Orzella
Nicolas Orzella ed Angela Curri in una scena del film Di notte, sul mare

Tra i temi affrontati in Di notte, sul mare c’è anche quello del perdono. Monica sceglie di perdonare suo padre, e in qualche modo anche Mattia perdona suo suocero. Cosa ne pensi di questo aspetto?

Perdonare è un grande atto di coraggio. E di amore. Mattia lo fa perchè ama Monica, ma anche perchè quando guarda Nunzio non vede solo il Boss: riconosce in lui il dolore di un uomo che ha perso suo figlio. I ragazzi capiscono che solo smettendo di condannarlo riusciranno ad andare avanti e ad essere finalmente liberi. 

L’amore si dimostra una forza vitale capace di rendere Monica e Mattia più forti. Pensi che un sentimento del genere possa aiutare le persone ad affrontare i momenti più oscuri?   

L’amore, in tutte le sue forme, è il motore che muove il mondo. Qualche anno fa, ho dovuto affrontare un momento difficile della mia vita, una perdita importante che ha provocato un grande dolore. Se sono riuscito ad andare avanti è solo grazie all’amore delle persone che mi sono state vicino: la famiglia, gli amici di sempre, le persone su cui sai di poter contare. Quell’amore incondizionato è stato la mia salvezza. 

Nicolas Orzella

Come è stato lavorare accanto ad Angela Curri e Francesca Schirru? 

Conosco Angela Curri da molti anni ed era da un po’ che avevamo il desiderio di fare un film insieme. Oltre a essere colleghi siamo anche grandi amici e sul set siamo riusciti a creare da una bella complicità. Francesca Schirru, invece, è stata una scoperta, non ci conoscevamo ma abbiamo da subito instaurato un rapporto di fiducia reciproca. É stata la mia prima esperienza con una regista donna e la ringrazio per la sensibilità con cui ha scritto e girato questo film. 

Nella serie di Rai 1 La compagnia del cigno, hai interpretato Scheggia. Cosa c’è di te in questo personaggio? 

Ho cercato di costruire il personaggio di Scheggia mettendoci dentro quel modo di comunicare schietto e diretto che appartiene un po’ anche a me. In questo siamo simili: cerchiamo di sdrammatizzare anche i momenti più complicati con un sorriso o una battuta, anche se lui, diciamolo, è molto più sfacciato di me! 

E cosa credi che ti abbia donato a livello umano ed artistico una serie del genere? 

Scheggia scopre di avere un cancro e cerca di affrontare la malattia con un po’ di quella leggerezza che lo accompagna in tutta la serie. Ha paura, ma lo fa perchè vuole proteggere la mamma e la sorella. Il suo coraggio è stato un grande insegnamento, il regalo più bello che Scheggia potesse farmi. Poi ho avuto la fortuna di lavorare con due grandi professionisti come Ivan Cotroneo e Luca Bigazzi che mi hanno arricchito a livello artistico e sono stati fondamentali nella costruzione di questo personaggio a cui tanta gente vuole bene! 

Foto di Paolo Palmieri

Quali sono i ruoli e le storie che speri di raccontare nel tuo percorso artistico? 

Mi piacerebbe raccontare la storia di un uomo che si trova a dover fare delle scelte importanti. Uno di quei personaggi che lottano per sopravvivere, con grande umanità e dignità, nonostante il contesto in cui si trovano. Penso per esempio al protagonista del film Biutiful di Iñárritu, interpretato da Javier Bardem.

Quali sono gli artisti che ispirano la tua carriera e la tua vita? 

Ecco, sicuramente Javier Bardem, un attore poliedrico che passa da ruoli intensi a veri blockbuster, grazie al suo enorme talento. E poi Francis Bacon perchè mi affascina la sua visione esistenziale e cupa, il suo modo di raccontare la fragilità dello spirito, il suo voler indagare la vera essenza dell’uomo.

Abbiamo vissuto mesi sospesi, quali sono i film e le serie che ti hanno tenuto compagnia e che ti hanno sorpreso? 

Su tutti ho amato I Soprano, un capolavoro assoluto. Ho approfittato della pandemia per vedere tutte le stagioni e mi ha colpito il modo in cui sono riusciti a raccontare in maniera così realistica e credibile i comportamenti della criminalità, caratterizzando i personaggi come non sempre si riesce a fare. E poi c’è James Gandolfini in una performance indimenticabile. 

Chi è Nicolas e come si descriverebbe agli altri? 

A saperlo! Sono in fase di esplorazione e di continua evoluzione. Credo che a questa domanda risponderò nella prossima intervista!

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